L'infettivologo Galli: «Autunno critico per la battaglia al Covid, indispensabile il vaccino influenzale per tutti, anche i bimbi»

L'infettivologo Galli: «Autunno critico per la battaglia al Covid, indispensabile il vaccino influenzale per tutti, anche i bimbi»
di Simona Romanò
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Mercoledì 15 Luglio 2020, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 09:19
«Dobbiamo prepararci all’autunno con una strategia sanitaria contro il coronavirus. È fondamentale la vaccinazione antinfluenzale di massa per accelerare la diagnosi del Covid-19 in caso di febbre, tosse, malessere». L’infettivologo Massimo Galli, primario del Sacco e professore di malattie infettive all’Università di Milano, non nasconde la preoccupazione in vista delle stagioni più fredde, «quando dovremo affrontare simultaneamente il consueto arrivo dell’influenza e una nuova ondata, non certa ma comunque possibile, del Covid».
Professore, che cosa dobbiamo fare per prepararci?
«Non oso nemmeno immaginare, a dicembre, gli ospedali intasati di anziani che necessitano di ricovero per complicanze da influenza. Mi raccomando, il calvario vissuto in questi mesi ci serva da lezione. Ritengo prioritaria l’estesa vaccinazione antinfluenzale, fra ottobre e novembre: non solo per gli over 65, ma anche per tutte le altre fasce d’età. E perfino per i bambini come già accade in molti Paesi. Il vaccino, quest’anno, non solo serve a proteggere dalle conseguenze più gravi dell’influenza, ma facilita il riconoscimento degli affetti da Covid-19».
Che cosa sta succedendo a Milano e in Lombardia, che resta la regione più martoriata e tuttora leader dei nuovi contagi?
«Milano, come la Lombardia, è in un equilibrio precario che merita molta attenzione. È evidente che i nuovi casi non sono riconducibili a vecchi contagi, ma sono soggetti che si sono infettati ora, perché il virus circola ancora. E se arriva tra anziani o persone debilitate anche adesso ci si devono aspettare ricoveri in rianimazione, come è accaduto appunto a Cremona, e successivamente delle vittime. Da qui, la necessità di non abbandonare la mascherina».
In Lombardia, l’obbligo di mascherina all’aperto è decaduto, resta però solo se manca la distanza minima di un metro. Cosa ne pensa?
«È una regola di buon senso, ma ora i cittadini devono fare la propria parte per il bene di tutti: la mascherina va sempre portata appresso e sempre indossata in caso di vicinanza con altre persone e di affollamento».
Ogni settimana si registrano nuovi focolai, come a Mantova e Cremona. Ci dobbiamo preoccupare?
«In realtà erano attesi, perché sappiamo che dobbiamo convivere con l’infezione. Non credo possa capitare la tempesta di febbraio quando siamo stati presi alle spalle dal nemico invisibile, perché ora abbiamo un sistema di sorveglianza sanitaria e protocolli anti-Covid che ci permettono di isolare rapidamente i positivi senza far correre il virus. Tuttavia, dobbiamo ancora migliorare la medicina territoriale, per essere all’altezza della malabestia».
Come?
«Servono test sierologici a tappeto. Sono favorevole al pungi-dito per uno screening rapido iniziale e, quindi, per scovare i positivi. Quello che dobbiamo temere sono i super-diffusori, anche asintomatici, che sono in grado di infettare moltissime persone e rendono facilissima la diffusione di questo virus».
Ci spieghi.
«Su 100 infetti, 90 sono poco virulenti, ma 10 sono i super-untori che sono responsabili dell’80 per cento di tutte le nuove infezioni».
Qual è la nostra arma migliore per tutelarci?
«Evitare affollamenti. Anche i ragazzi che nei luoghi della movida milanese eccedono non si rendono conto del rischio ancora presente. Per sé stessi, per i loro genitori e i loro nonni che sono più indifesi».
Cosa ci consiglia in questa estate anomala?
«Viviamo l’estate del Covid al meglio, per quanto il virus ci consente.
Ma non abbassiamo la guardia, né a Milano, né al mare, né in montagna».
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