Secondo una consulenza disposta dai pm romani e confluita nel fascicolo trasmesso a Milano, al sessantenne cardiopatico sarebbe stato trapiantato un cuore inidoneo.
I medici legali, Massimo Senati e Francesco Alessandrini, dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, incaricati dalla magistratura capitolina di eseguire l'autopsia, avevano concluso che il donatore, in sovrappeso, avrebbe avuto due arresti cardiaci, ritenuti tra le cause della, a loro dire, «insufficienza funzionale dell'organo trapiantato». La tesi dei medici del San Camillo, del San Raffaele e anche del Centro nazionale Trapianti, invece, è diametralmente opposta: quel cuore era «perfetto». Le nuove analisi, disposte dal pm Antonio Cristillo, hanno lo scopo di fare luce sulla vicenda.