Assalto dei bimbi ai centri tamponi. L'allarme dei pediatri: «Rischio caos, cambiamo le regole»

Assalto dei bimbi ai centri tamponi. L'allarme dei pediatri: «Rischio caos, cambiamo le regole»
di Simona Romanò
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Giovedì 24 Settembre 2020, 06:00
Presi d’assalto gli otto punti Covid destinati ai tamponi “scolastici” dei bambini. Sulla scia di una psicosi generata da presunti contagi sono tantissime le famiglie che accompagnano i figli e pretendono il test senza una motivazione valida.
«Il suo compagno ha la tosse» è il ritornello delle mamme. Al varco baby del San Carlo un’intera scolaresca si è presentata per chiedere il tampone in via precauzionale, perché uno degli studenti era stato testato al mattino e nessuno voleva attendere il referto. Un’impresa titanica far capire che la procedura prevede un’autocertificazione: se i sintomi si manifestano a scuola è validata del preside; se il bambino è assente è compito del pediatra. Già così c’è qualcosa da sistemare nelle regole. Perché la prudenza delle scuole «sfiora l’eccesso e chiedono di “tamponare” per un naso che cola». Lo dice Gian Valerio Zuccotti, direttore e responsabile di pediatria del Buzzi, presente al tavolo in Regione per migliorare (entro la prossima settimana) i protocolli sanitari. «In questa fase è indispensabile che a decidere se tamponare sia sempre il pediatra, altrimenti – prosegue - da ottobre in poi, quando le banali forme virali circoleranno maggiormente, sarà caos». «Non possiamo obbligare i bambini a processioni ingiustificate ai punti Covid – aggiunge - dallo scorso venerdì pomeriggio a lunedì, in 12 ore, al drive in del Buzzi si contano 300 tamponi. Soltanto uno con referto positivo».
I numeri danno ragione a Zuccotti che esclude, ad oggi, «l’impennata della curva dei contagi nelle scuole».
L’Ats della Città Metropolitana, dall’inizio dell’anno scolastico a lunedì, ha rilevato 27 alunni positivi (14 a Milano città) e 6 operatori che hanno costretto alla quarantena 435 persone. Allargando il campo: in Lombardia, degli oltre 30mila tamponi in età scolare, 439 i positivi (l’1,45%). «Solo un’associazione di sintomi deve imporre il controllo e non crediamo necessaria la quarantena della classe per un solo caso», suggerisce Zuccotti. Se ne parlerà in Regione.
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