Morelli (Lega): «Sala è furbo: è pronto a lasciare perché sa che lo sconfiggeremo»

Morelli (Lega): «Sala è furbo: è pronto a lasciare perché sa che lo sconfiggeremo»
di Simona Romanò
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Mercoledì 9 Settembre 2020, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 09:39
Fra poco più di un mese il centrodestra svelerà le proprie carte: ad ottobre, dopo le Regionali, presenterà il candidato sindaco che correrà alle Comunali del 2021.
Alessandro Morelli, capogruppo della Lega in Comune, nel centrodestra avete avviato le grandi manovre per la scelta del candidato?
«Le manovre sono molto semplici: stiamo scegliendo il meglio per battere una sinistra che è stata incapace di governare Milano negli ultimi dieci anni, prima con Pisapia, poi con Sala».
Cos’è, per lei, il meglio?
«Il meglio è per noi un uomo legato a Milano, che farà il bene della città, senza personalismi. Stiamo ancora ragionando, perché il dramma del Covid impone valutazioni diverse rispetto a otto mesi fa: sul tavolo c’è un poker di manager della società civile, molto attivi nel campo del sociale».
Nomi legati alla Lega?
«La Lega proporrà un nome, perché è il partito più forte della coalizione. Poi, la scelta sarà corale con gli alleati. A vincere sarà la squadra».
Il centrodestra teme la ricandidatura di Sala?
«Svelo un segreto: Sala è troppo furbo e non si ricandiderà, perché sa di perdere. Ha usato Milano solo come trampolino per ottenere altri ruoli più pesanti a livello nazionale. Un bravo taglia-nastri di progetti altrui, peccato che in tutto questo lavoro di consolidamento della propria posizione personale a farne le spese sia stata la città: la sinistra non lascerà nulla in eredità ai milanesi».
Nulla?
«Zero. Tutto quello che è stato fatto in questi anni è frutto delle amministrazioni precedenti di centrodestra. Sala, per esempio, si vanta della sfida vinta per aggiudicarsi le Olimpiadi 2026, ma il merito, targato Lega, è di Giancarlo Giorgetti, Luca Zaia e Attilio Fontana. L’unica partita che ha giocato in solitaria per portare a casa è quella dell’Ema, l’Agenzia europea del farmaco. E l’ha persa».
Com’è la Milano del centrodestra?
«Tornerà ad essere la grande Milano, pensando però anche ai problemi che ogni giorno pesano sulla vita delle persone: occorre un cambio di passo sulla mobilità, sulla sicurezza, sulle politiche relative ai giovani, sui quartieri popolari».
Partiamo dai quartieri popolari.
«Le case popolari devono essere assegnate ed abitate creando un mix sociale: una quota di anziani, di immigrati, di giovani coppie con basso reddito che, altrimenti, lasciano Milano per rifugiarsi dove il costo della vita è più basso».
Sul fronte mobilità?
«Rivedremo immediatamente Area B, che va a penalizzare le classi meno abbienti. Certamente non colpisce il milanese che abita in piazza Scala e possiede un diesel».
Ci sono anche nuove priorità per uscire dal post Covid?
«Il prossimo sindaco sarà un eroe e con la squadra migliore che gli creeremo attorno saprà far rinascere Milano. La priorità è liberare commercianti, imprese, cittadini da tutti i cavilli e le lungaggini dell’amministrazione pubblica, che fanno solo perdere tempo. E sul fronte dei servizi sanitari, per non ritornare nel lockdown, faremo squadra con la Regione grazie ad un assessore ai Servizi Sociali che sappia lavorare in tandem».
Con che spirito affrontate le elezioni?
«Quello della vittoria.
Grazie ai milanesi mandiamo a casa il centrosinistra, consapevoli che abbiamo una grande responsabilità: dobbiamo lavorare sodo per superare l’era post-virus».
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