Delitto di Cesano, la confessione del killer: «Difendevo la mia donna e l’ho ucciso. Non ho rimorsi»

Delitto di Cesano, la confessione del killer: «Difendevo la mia donna e l’ho ucciso. Non ho rimorsi»
di Giammarco Oberto
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Martedì 21 Settembre 2021, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 09:20

Ormai era braccato, senza vie di fuga. Ha preferito consegnarsi spontaneamente in una caserma dei carabinieri il killer di Luigi Danesi, l’uomo di 36 anni ucciso domenica pomeriggio a Cesano Boscone con una coltellata alla gola. «Sono stato io, volevo difendere la madre di mio figlio» ha confessato davanti al pm Silvia Bonardi alle 23 e 30 di domenica. Mongi A. è il nuovo compagno della moglie della vittima. Dice di aver scoperto solo in caserma che l’uomo che aveva accoltellato era poi morto. «Ma non ho rimorsi. Quell’uomo, che non avevo mai visto prima, la stava picchiando».

Il tunisino di 56 anni fermato dai carabinieri di Corsico per omicidio volontario aggravato è conosciuto tra il quartiere degli Olmi dove si fa ospitare dai connazionali e la zona di Cesano solo con il nome di battesimo, Mongi. È arrivato in Italia nel 1978 e ha passato 25 anni in carcere: condanne per spaccio, traffico di droga, lesioni personali.

Anche Danesi aveva il passato criminale - dalle rapine alla droga - ma nel delitto di Cesano il movente è di tutt’altra natura, e ruota intorno a una donna di 39 anni, Cristina R., ex moglie della vittima.

Secondo la ricostruzione Danesi ha dato appuntamento all’ex moglie, conosciuta e sposata tre anni fa quando stava in carcere. È arrivato in taxi da Milano (abitava nel quartiere Solari) per «chiarirsi». L’incontro nel vialetto sotto il palazzo di via dei Tigli è degenerato. E a quel punto è spuntato Mongi. Lui e l’ex moglie di Danesi avevano avuto una relazione, ed hanno un figlio che oggi ha 13 anni. Con un coltello da cucina il tunisino ha sferrato un solo colpo alla gola di Danesi. «Chiama il 118» ha detto alla donna mentre correva via.

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