Milano, il 58% di bar e hotel vuole assumere ma 8 su 10 non hanno candidati

Il dossier di Confcommercio: vola l'offerta nel terziario ma manca la domanda

Milano, il 58% di bar e hotel vuole assumere ma 8 su 10 non hanno candidati
di Simona Romanò
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Venerdì 3 Giugno 2022, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 10 Giugno, 14:46

A.A.A. cercansi camerieri, chef, addetti alle cucine e alle pulizie, barman, receptionist. Fioccano gli annunci nelle agenzie interinali, sulle piattaforme web e perfino tramite i cartelli esposti sulle vetrine o il passaparola. Ma i candidati sono pochissimi, se non addirittura zero: nessuno è interessato. A Milano, nella vera fase di ripresa post pandemia, «il lavoro c’è, ma mancano i lavoratori», dicono da Confcommercio.

Milano a caccia di personale, «è da febbraio che cerco un cameriere, ma niente. Stipendio? Si parte da 1100 euro»

Un esercito di introvabili: giovani e meno giovani che non sono disponibili a impegnarsi soprattutto nei bar, nei ristoranti e negli hotel.

Fatto sta, che «il 58% delle imprese del terziario prevede quest’anno nuove assunzioni, ma 8 titolari su 10 (l’81%) non trovano il personale di cui hanno bisogno, con un picco del 95% nell’ambito degli alberghi». È quanto emerge dall’indagine dell’Ufficio studi di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, che ha intervistato 613 imprenditori di vari comparti, dalla ristorazione ai non alimentari, il 75% dei quali con attività a Milano e hinterland. La fotografia scattata  è desolante: la città ha bisogno di figure professionali qualificate e manodopera volenterosa per ripartire dopo due anni di crisi da Covid, ma non è ricambiata.

INTROVABILI. Cosa sta succedendo? «Il reddito di cittadinanza e la mancanza di competenze sono fra gli ostacoli più rilevanti allo sviluppo occupazionale», spiega il segretario generale di Confcommercio, Marco Barbieri. «Eppure, nonostante la guerra in Ucraina, il caro energia, la crescita dell’inflazione e il calo dei consumi, le imprese credono nella ripresa e vogliono investire nel personale». Per Barbieri, «servono più formazione e incentivi per coloro che assumono».

CACCIA ALLA MANODOPERA. I settori dove si annuncia un boom di nuovi assunti sono quelli dell’accoglienza (86%), dagli alberghi ai bed and breakfast; della ristorazione (74%), come tavole calde, locali, ristoranti; e dei servizi (71%), dai parrucchieri alle assicurazioni.

REDDITO DI CITTADINANZA.  Il 68% degli imprenditori dichiara che la carenza di maestranza è legata «all’indisponibilità a lasciare il reddito di cittadinanza»; il 66% «all’indisponibilità a orari e giorni proposti», perché le persone non sono disposte a lavorare di sera e nel weekend; per il 60% dei candidati «la retribuzione è  bassa», quindi, desistono; infine, il 54% non ha le competenze di base.

FIGURE RICHIESTE. Il mondo della ristorazione è a caccia disperata di camerieri e personale di sala (65%); a seguire, di cuochi e addetti alla cucina (52%). Nella ricettività c’è necessità di receptionist (65%), piuttosto che uomini e donne delle pulizie (42%). I non alimentari ricercano commessi (72%) e responsabili all’amministrazione (22%).

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