«Io violentata dal prete durante le vacanze con l'oratorio»: la curia di Milano avvia un'indagine

«Sfogava le sue perversioni nel mio sacco a pelo»: ragazza denuncia parroco di violenza sessuale quando era una bambina
«Sfogava le sue perversioni nel mio sacco a pelo»: ragazza denuncia parroco di violenza sessuale quando era una bambina
4 Minuti di Lettura
Sabato 17 Ottobre 2020, 12:30

«Lo può sapere bene chi come me, in prima media, affidata come tanti altri bambini/e dai propri genitori alle sue cure durante i campeggi estivi, lo vedeva togliersi la maschera da prete integerrimo la notte, quando veniva a trovarmi nel mio sacco a pelo per sfogare tutte le sue perversioni, rindossandola la mattina, come se nulla fosse accaduto lasciandomi attonita». È uno dei passi di una lettera scritta da una ragazza che attraverso il portale "retelabuso.org" ha denunciato un presunto abuso sessuale subito da un prete, Don Alberto Lucchina, parroco delle Parrocchie di S. Maria Assunta e S. Maria Ausiliatrice in Inzago (Milano). In seguito alla pubblicazione della lettera l'Arcidiocesi di Milano ha fatto sapere in una nota che «il sacerdote ha chiesto e ottenuto una sospensione dall'incarico». 

I fatti risalirebbero agli anni Novanta quando la presunta vittima frequentava ancora la scuola media e si recava in oratorio per le vacanze. «Nascosto agli occhi di tutti quelli che lo conoscono c’è un orco», ha scritto la donna che ha aggiunto come fosse sotto ricatto psicologico: «Uso la parola orco perché una bambina innocente - si legge nella lettera - nella semplicità della sua infanzia, altro nome non può esserci per descrivere chi, svelandosi dal perfetto camuffamento, si rivela in tutto il suo orrore. Per anni soggiogata dai suoi ricatti psicologici “se vuoi denunciarmi fallo pure, solo ti chiedo prima di avvisarmi così mi tolgo la vita».

LA LETTERA COMPLETA

«Molto stimato da tutti, così vicino alle esigenze dei giovani, amico ideale, prete attento al prossimo: è una sua priorità aiutare i più bisognosi, gli ultimi, sottovoce e con garbo riesce a riunire le comunità, a far sentire Dio presente nelle nostre vite, a darci una speranza per un mondo migliore in cui tutti noi siamo fratelli; ha accolto nella sua casa i senzatetto, ha creato comunità per i disabili. Un’immagine luminosa che si proietta a chi lo circonda. Ma la verità è celata sotto gli occhi di chi gli sta accanto; la realtà di chi lo conosce per davvero nel profondo, come me, è ben diversa: dietro questa “melassa” di buonismo e di perfetto cristiano esiste un lato molto oscuro. Nascosto agli occhi di tutti quelli che lo conoscono c’è un orco. Lo può sapere bene chi come me, in prima media, affidata come tanti altri bambini/e dai propri genitori alle sue cure durante i campeggi estivi, lo vedeva togliersi la maschera da prete integerrimo la notte, quando veniva a trovarmi nel mio sacco a pelo per sfogare tutte le sue perversioni, rindossandola la mattina, come se nulla fosse accaduto lasciandomi attonita. Uso la parola orco perché una bambina innocente, nella semplicità della sua infanzia, altro nome non può esserci per descrivere chi, svelandosi dal perfetto camuffamento, si rivela in tutto il suo orrore. Per anni soggiogata dai suoi ricatti psicologici “se vuoi denunciarmi fallo pure, solo ti chiedo prima di avvisarmi così mi tolgo la vita ”. Io, bambina introversa con un macigno sulle spalle, sola, con la paura di sentirmi sporca e non adeguata, nella solitudine di questo terribile segreto. Ho impiegato 30 anni per capire che non è stata colpa mia, per metabolizzare ed accettare quello che mi accadde, un lungo percorso di sofferenza, una vita rovinata, relazioni distorte. Spero che queste mie parole possano servire ad aprire gli occhi ai suoi attuali parrocchiani, per salvare altre bambine, altre vite… Siate sempre vigili perché… don Alberto è un lupo travestito da agnello!»

LA NOTA DELL'ARCIDIOCESI DI MILANO

In seguito alla pubblicazione, domenica 11 ottobre, su una testata online, di una lettera di una persona che denuncia di avere subito un abuso di natura sessuale negli anni novanta, che avrebbe come responsabile don Alberto Lucchina, l'Arcidiocesi di Milano fa sapere in una nota che «il sacerdote ha chiesto e ottenuto una sospensione dall'incarico di parroco delle Parrocchie di S.

Maria Assunta e S. Maria Ausiliatrice in Inzago (Mi)», e che «l'Arcivescovo di Milano, Mario Delpini, ha disposto l'avvio di un'indagine prescritta dalle norme canoniche». Nella nota dell'arcidiocesi si legge: «Non è giunta direttamente alla Curia di Milano alcuna segnalazione relativa a questo fatto, nè risulta presentata alcuna denuncia all'autorità giudiziaria o avviato alcun procedimento penale o civile a carico del sacerdote. La Diocesi, coerentemente con la sensibilità e il rigore con cui affronta situazioni di questo genere, comunica che nessuna denuncia o segnalazione relativa a questo o altri episodi simili che coinvolgano don Alberto Lucchina è pervenuta negli anni scorsi alla Curia di Milano». «L'Arcivescovo di Milano esprime la propria vicinanza alle comunità parrocchiali citate - che ieri sera sono state visitate dal Vicario episcopale di zona - e a tutti i soggetti in vario modo coinvolti nella vicenda - prosegue la nota - La Diocesi ricorda inoltre che il 23 novembre 2019 è stato costituito il "Referente Diocesano per la Tutela dei minori" che, seguendo adeguate modalità di contatto, ha la finalità di accogliere le segnalazioni relative a presunti abusi su minori e di raccogliere gli elementi per una prima valutazione dell'Ordinario». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA