L'ironia di Alegi: «La mia Milano delle caviglie nude anche quando fa freddo»

L'ironia di Alegi: «La mia Milano delle caviglie nude anche quando fa freddo»
di Francesca Binfarè
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Venerdì 26 Febbraio 2021, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 09:27

Un grande amore per Milano raccontato tramite la denuncia di certi atteggiamenti che si notano in giro, costruita sull’ironia. Alessandro Gaggio ha fatto il suo esordio nel mondo della musica con il brano A Milano, scegliendo di farsi chiamare Alegi e parlando di galline al guinzaglio e chihuahua nella borsa. Alegi vuole raccontare lo stereotipo del “milanese imbellito”, di chi si adegua alla moda imperante per apparire ed essere accettato. Eppure il suo amore per Milano (abita in zona Moscova) non è messo in discussione, anzi.

Che rapporto ha con Milano?

«Sono il primo a dire che è la città più divertente oggi, molto visitata, capitale della moda. Però dico anche sfruttiamola questa moda in modo personale, tiriamo fuori la nostra unicità, non andiamo in giro con le caviglie nude quando fa freddo perché lo fa un certo personaggio visto sui social o in alcuni programmi tv: non siamo fotocopie. Anche per questo motivo ho fatto apparire mia madre, di 83 anni, nel video della canzone: le donne sono belle a qualsiasi età e con qualsiasi forma. Cerchiamo di divertirci con noi stessi».

La sua è una critica o solo un’ironica constatazione?

«È una denuncia ironica. Faccio parte anche io di questo mondo, in cui dovremmo aiutarci tutti a ritornare un po’ più veri.

Ci preoccupiamo di cosa potrebbero pensare gli altri, ma la vita è nostra e di nessun altro. Vorrei far passare questo messaggio: la mia è una canzoncina, ma ha un senso».

Questo brano è nato durante il lockdown?

«Sì, ed è il mio primo singolo. Sono un rockettaro, ho sempre cantato e suonato il pianoforte, però per varie vicissitudini non sono mai riuscito a creare niente di mio. Nel periodo di chiusura in casa mi sono chiesto cosa avrei voluto fare che non avessi ancora fatto: sicuramente cantare. Sto pensando a un nuovo singolo, che credo tratterà di bullismo, e a un lungometraggio: una commedia a cui sto lavorando con un amico regista, parlerà di vite comuni e farà molto ridere».

Ha fatto lei la regia del video?

«Sì, e come si vede eravamo tutti a distanza. La parte in cui sono seduto sul divano è stata girata al Radetzky Cafè, uno dei locali più in di Milano. Ho chiesto il permesso a Enzo, il proprietario, che è un amico».

Sveliamo che lei non è di Milano?

«Sono nato a Bari e cresciuto a Monza, ho lavorato alle Maldive e stavo per trasferirmi là finché una ragazza milanese non mi ha fatto arrivare in questa città bellissima».

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