Fabio Acampora, vicepresidente Epam, denunciate una crisi nera. Come pensate di recuperare?
«Bar e ristoranti milanesi sono pronti alla class action per chiedere al governo di adeguare almeno i ristori. Senza i risarcimenti per i mancati guadagni, a causa del susseguirsi dei provvedimenti per combattere il Covid, i locali affondano, anche perché non abbiamo nemmeno la speranza di una data di riapertura».
Avete ricevuto i ristori annunciati dal governo?
«Si, però pari al 10% delle perdite. E la situazione si fa davvero critica nella regione più flagellata, che ha subito per mesi il peso delle restrizioni e siamo tuttora bloccati in zona rossa».
Milano in arancione sarebbe uno spiraglio?
«No, nemmeno se fossimo in zona gialla, visto che saremmo comunque costretti a chiudere sempre alle 18.
Che cosa prevedete?
«Dallo scorso luglio a ottobre abbiamo visto una luce, con le misure meno rigide. Ora, però, non riusciamo a fare una previsione sui mesi futuri: ci accontenteremmo di tornare alle regole dell’estate, per poter riaccogliere i clienti e recuperare tanto basta per proseguire nel nostro lavoro. Con il coprifuoco spostato alle 23. Nell’immediato, però, chiediamo a Roma una mano a pagare gli affitti».