Igor, morto a 14 anni: la Procura chiede chiarimenti a YouTube sul video del blackout game

Igor, morto a 14 anni: la Procura chiede chiarimenti a YouTube sul video del blackout game
Igor, morto a 14 anni: la Procura chiede chiarimenti a YouTube sul video del blackout game
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Mercoledì 19 Dicembre 2018, 18:48 - Ultimo aggiornamento: 18:52

Igor Maj morì a 14 anni, impiccato nella sua camera lo scorso 6 settembre (ne abbiamo parlato su Leggo qui): oggi la Procura di Milano, a oltre tre mesi dalla sua terribile morte, ha inoltrato un «ordine di esibizione atti» a YouTube, la società californiana controllata da Google, per ottenere chiarimenti sul via libera alla pubblicazione sulla piattaforma dell'ormai noto video, da quasi un milione di visualizzazioni, su «cinque sfide pericolosissime», tra cui l'auto-soffocamento (detto blackout game, ecco cos'è), guardato poco prima di morire proprio da Igor.

L'autore del video indagato per istigazione al suicidio

Nell'inchiesta per istigazione al suicidio, condotta dalla Polizia postale e coordinata dal pm Cristian Barilli del dipartimento guidato dall'aggiunto Letizia Mannella, è stato iscritto nel registro degli indagati come atto dovuto un 24enne di origine indiana, l'utente che avrebbe prodotto e caricato il video. Gli inquirenti, però, vogliono sapere da YouTube (non è indagata) se e come la piattaforma valutò quel video soggetto a un 'filtro' preventivo, anche perché corredato da 'banner' pubblicitari.



Nel filmato - la cui visione venne inibita ai maggiorenni da YouTube, ma solo dopo la morte del ragazzo e dopo un decreto di sequestro firmato dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, con cui fu anche totalmente oscurato - le cosiddette «sfide», tra cui il il 'blackout', venivano presentate come «pericolosissime» ma in modo beffardo, anche perché, allo stesso tempo, venivano descritte in tutti i dettagli. «Basta una corda e un sacchetto di plastica e soffocarsi finché non si sviene. Assolutamente pericolosissimo», diceva la voce nel filmato pubblicato l'11 novembre 2016, visto da quasi 900 mila persone.

Gli inquirenti hanno deciso di chiedere alla piattaforma web, con un ordine di esibizione di atti, in che modo vennero valutate quelle immagini soggette, stando alle regole della stessa piattaforma, ad un 'filtrò dopo il caricamento dell'utente, perché quello era un video che, come tanti altri, generava incassi attraverso 'banner' pubblicitari. La Procura, dunque, è in attesa che il 'colosso' californiano, anche attraverso i suoi uffici legali in Italia, risponda alla richiesta.

Nel frattempo, è stato individuato nelle scorse settimane il giovane, residente nel Mantovano, che realizzò e caricò sul web il filmato, il quale interrogato si è difeso sostenendo che nel video lui sconsigliava di mettere in pratica quelle sfide. Gli inquirenti dovranno valutare se al 24enne sia possibile imputare l'istigazione al suicidio o se si sia trattato di un gioco sfuggito al controllo del 14enne fino alle estreme conseguenze, ma senza profili di responsabilità penale. Diversi e complessi, quindi, i profili giuridici attorno ai quali ruota l'indagine milanese.

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