La villa di 13 stanze ormai è talmente deteriorata che per i lavori di manutenzione e ristrutturazione servirebbero 340mila euro. Almeno stando ai preventivi presentati dai legali di Perego nel processo d’appello per il crac della Fondazione Maugeri. Secondo le indagini della Procura, l’immobile sarebbe stato venduta dalla società Limes dell’imprenditore Pierangelo Daccò a Perego per soli tre milioni di euro. Il prezzo di mercato, però, è molto più alto: è stata valutata intorno ai cinque milioni. Secondo l’accusa, il maxi sconto praticato da Daccò a Formigoni e al commercialista, che fa parte anche lui dei “memores domini” di Comunione Liberazione, rientrerebbe nelle utilità ricevute dall’ex governatore in cambio di delibere della giunta regionale studiate apposta per favorire la Fondazione Maugeri e il San Raffaele.
Adesso Perego si è offerto, tramite i suoi avvocati, di acquistare di nuovo l’immobile, che per metà è sotto sequestro.
La cifra proposta? Ben 1,3 milioni di euro o in alternativa la somma che i giudici stabiliranno. Tutto purché alla villa vengano tolti i sigilli. Una soluzione che però non è piaciuta alla sostituto procuratore generale Vincenzo Calia, che ha sottolineato come la casa piuttosto debba essere venduta all’asta. Le decisione arriverà solo il 19 settembre, quando si tornerà in aula e probabilmente arriverà anche la sentenza.