Ex calciatore ucciso, la madre difende Rullo: «Ho fatto tutto da sola per difendere la mia famiglia. La Rosa mi minacciava»

Raffaele Rullo e la madre Antonietta Biancaniello
Raffaele Rullo e la madre Antonietta Biancaniello
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Mercoledì 3 Aprile 2019, 16:19 - Ultimo aggiornamento: 8 Aprile, 16:43

«Sono colpevole al cento per cento di avere ucciso Andrea La Rosa, mio figlio non c'entra niente, non era con me quella sera. L'ho fatto perché La Rosa ha minacciato me e i miei nipoti». Lo ha detto questa mattina, rendendo dichiarazioni spontanee in aula, Antonietta Biancaniello, la 60enne imputata insieme al figlio Raffaele Rullo di omicidio volontario e occultamento di cadavere per il delitto dell'ex calciatore del Brugherio calcio, ritrovato morto in un fusto di benzina nel bagagliaio dell'auto della donna, il 14 dicembre 2017.

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Nella ricostruzione degli inquirenti, La Rosa fu ucciso un mese prima, il 14 novembre 2017, da madre e figlio, nella cantina del palazzo dove abitava la donna a Quarto Oggiaro, nella periferia di Milano. I due avrebbero messo il corpo in un fusto di benzina, e gli avrebbero versato addosso dell'acido, le cui esalazioni hanno provocato la morte del 35enne. «Ho ammesso il delitto fin da subito - ha detto la donna ai giudici della corte d'Assise di Milano - non so se mio figlio potrà mai perdonarmi, ma io l'ho fatto per lui, perché come ha minacciato me, La Rosa avrebbe potuto minacciare anche lui». E ancora: «Non chiedo perdono, non chiedo scusa, chiedo solo di capirmi». Poi ha continuato: «se mio figlio deve andare in carcere, ci vada per quello che ha fatto lui (le truffe alle assicurazioni di auto di cui è accusato in un altro filone, ndr) ma non per quello che ho fatto io». Si torna in aula l'8 aprile per la discussione dei pm Maura Ripamonti, titolare dell'inchiesta insieme all'aggiunto Eugenio Fusco.

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