Daniele Orlando, dal Fabrique ai grandi concerti rock: "La musica è energia, io so riconoscerla"

Daniele Orlando, dal Fabrique ai grandi concerti rock: "La musica è energia, io so riconoscerla"
Daniele Orlando, dal Fabrique ai grandi concerti rock: "La musica è energia, io so riconoscerla"
di Massimiliano Leva
3 Minuti di Lettura
Giovedì 27 Luglio 2017, 09:20
Ci sono peculiarità che contraddistinguono un talento. «La musica per me è energia», racconta Daniele Orlando. Quarantadue anni, milanese, il suo talento sta nello scegliere la musica giusta, perché Orlando è uno degli imprenditori musicali che in città ha fatto davvero grandi cose. 

Qualche esempio? Milano Summer Festival, la sua ultima invenzione all'Ippodromo, che ha appena chiuso i battenti. Ottantamila spettatori per sette concerti con nomi del calibro di Daddy Yankee, Kings of Leon, Arcade Fire e Red Hot Chili Peppers. E poi il Fabrique, che dal 2014 è il suo locale, quello dove vorrebbe che la musica più bella «prima di tutto passasse da lì». 

Un talento coltivato sin da bambino. «Già a 10 anni, quando in un bar vicino a Bresso ogni volta che sostituivano i 45 giri del juke box con quelli nuovi, a me regalavano i vecchi». Di quei regali ha fatto tesoro: prima deejay, poi impresario musicale sino a proprietario e direttore artistico di locali che a Milano hanno fatto storia: il New Magazine di viale Piceno, il Rolling Stone di viale XXII Marzo, i Magazzini Generali di via Pietrasanta. «Cerco di capire cosa posso offrire di meglio al pubblico. Mi guida l'istinto».

L'energia della musica la capisce già quando è deejay. «Usavo i 45 giri e non si poteva mixare, quindi c'era ancora uno stacco tra una canzone e l'altra, così provai a inventarmi qualcosa: mi ascoltò Claudio Cecchetto e cominciai a lavorare con lui, ma siccome non mi vedevo fare quello per tutta la vita iniziai a cercare altro e lo trovai al New Magazine, dove il proprietario, vedendo tutto il mio interesse, iniziò a spiegarmi come gestire gli ordini e le forniture per un locale. Quando purtroppo qualche tempo dopo il proprietario mancò, rilevai il locale». 
Il primo passo verso un nuovo lavoro. «Di lì a poco divenni il direttore artistico del Rolling Stone. Era il 2000 e per rilanciare il locale decidemmo di puntare sui concerti di band indie e su serate evento, anche assieme alla neonata Rock Tv». 

Nemmeno quello è un traguardo definitivo. «Al Rolling Stone non c'era abbastanza spazio. Poi venni a sapere che i Magazzini Generali erano in vendita. Feci un'offerta direttamente al curatore fallimentare nel 2007. Era tutto rifare, gli spazi e l'immagine. Mi ispirò una vacanza a Ibiza, decisi di lanciare la musica elettronica che avevo sentito, a cominciare da David Guetta». Ancora una volta, questione di istinto. «Devo ammettere che Milano è una città positiva. C'è la voglia di sentire buona musica ai concerti e la gente se li merita tutta». È quello che ora Daniele Orlando sta facendo con il Fabrique in via Fantoli. «Le serate ai Magazzini stavano crescendo e a me serviva un nuovo locale, più capiente e adatto». Un altro inizio. «Qui, mi sento come a casa mia», dice. «Il mio sogno? Pensare che un giorno il Fabrique possa diventare uno dei templi della musica a Milano».
© RIPRODUZIONE RISERVATA