Coronavirus in Lombardia, i medici: «Noi esclusi dalla task force e avvertiti dell'emergenza solo un mese dopo»

Coronavirus in Lombardia, i medici: «Noi esclusi dalla task force e avvertiti dell'emergenza solo un mese dopo»
Coronavirus in Lombardia, i medici: «Noi esclusi dalla task force e avvertiti dell'emergenza solo un mese dopo»
di Enrico Chillè
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Sabato 18 Aprile 2020, 14:17
Piove sul bagnato in Regione Lombardia. Mentre proseguono le indagini a tappeto sui decessi per coronavirus in case di riposo e Rsa, come quella che ha coinvolto il Pio Albergo Trivulzio, ora arriva anche la denuncia dei medici di famiglia: «La Regione aveva istituito una task force un mese prima della scoperta del 'paziente uno' a Codogno, ma non siamo mai stati interpellati e siamo stati informati della situazione solo il 23 febbraio».

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Come Leggo aveva reso noto nello scorso gennaio, il Ministero della Salute aveva stabilito alcune linee-guida iniziali, dopo le prime notizie ufficiali provenienti dalla Cina. Allora, nessuno sapeva praticamente nulla di quel misterioso virus che si era diffuso a Wuhan ed il Ministero aveva emesso una circolare il 22 gennaio, allertando tutte le sanità regionali il giorno successivo: solo un mese dopo, e grazie ad una casuale ma brillante intuizione di una dottoressa di Codogno, si sarebbe scoperto il 'paziente uno'.

A quel punto, allertata dal Ministero della Salute, la Regione Lombardia aveva deciso di istituire una task force sanitaria per elaborare un piano di prevenzione: a convocare quella task force era stato l'assessore al Welfare, Giulio Gallera. Dalla Regione fanno sapere che era stata convocata una riunione con tutti i soggetti competenti, dai responsabili delle aziende ospedaliere e delle case di riposo, fino ai medici di famiglia: «Per loro e per gli specialisti ospedalieri erano state stabilite delle linee-guida». Indicazioni che, però, non sarebbero mai arrivate se non un mese dopo.

A denunciarlo è Roberto Carlo Rossi, presidente dell'Ordine dei Medici di Milano, a La Stampa: «Non sapevamo nemmeno che fosse stata istituita una task force, nessuno ci ha informato e abbiamo perso un mese per prepararci all'emergenza». La prima circolare ricevuta dalla Regione, stando a quanto denunciano i medici di base, sarebbe arrivata solo il 23 febbraio: due giorni dopo Codogno, quando nessuno poteva immaginare cosa sarebbe accaduto nella provincia di Bergamo e nel resto della Lombardia. E i medici di base hanno anche rivelato: «Nel documento della Regione non c'erano neanche le indicazioni sui sintomi della malattia e ci sono voluti giorni prima che nelle strutture giungessero i primi dispositivi di protezione individuali, compresi gel disinfettanti e mascherine».
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