Coronavirus, il farmacista di Alzano: «Mi sono accorto dubito che era qualcosa di straordinario e mi hanno preso per pazzo»

Coronavirus, il farmacista di Alzano: «Mi sono accorto dubito che era qualcosa di straordinario e mi hanno preso per pazzo»
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Lunedì 23 Marzo 2020, 17:27 - Ultimo aggiornamento: 18:35

Lanciò l'allarme per il Coronavirus, ma non fu ascoltato. Oggi il farmacista Andrea Raciti di Alzano Lombardo, in provincia di Bergamo, una delle aree più colpite in Italia dal virus, racconta quello che è successo circa un mese fa, quando provò a dire che si stava verificando qualcosa di anomalo, ma fu considerato esagerato.

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La farmacia del dottor Raciti, come riporta il Corriere della Sera, si trova  di fronte l’ospedale Pesenti - Fenaroli, lo stesso che il 23 febbraio è stato chiuso e poi misteriosamente riaperto dopo aver riscontrato i primi casi di coronavirus. Non fu adottata alcuna precauzione, tranne dalla sua farmacia che riceveva pazienti con febbre alta e congiuntivite: « Eravamo i soli a essere dotati di protezioni e forse questo ci ha salvati perché ad oggi ci sono tre farmacie nel comprensorio chiuse perché tutto il personale è stato trovato positivo al virus», racconta nell'intervista.

Nel corso dei giorni la situazione è peggiorata e Raciti racconta di aver ricevuto molte telfonate di persone disperate, in lacrime, che chiedevano ossigeno per i propri casi, ma lui non ne aveva: «Non mi vergogno a dirlo ma ho pianto.Imploravano “Come faccio con mio marito, mio nonno, mio padre… ti prego, aiutami”, non sapevo cosa rispondere, cosa fare, non avevo modo di aiutarli». Poi spiega che fu chiesto a tutti di stare in casa, ma molti continuavano a girare in strada: «Mi dissero che ero un pazzo, che stavo sopravvalutando una normale influenza». 

Ora la situazione inizia ad essere al collasso anche per le farmacie. Molte hanno chiuso perché il personale è risultato positivo, la sua resiste, ma lavora ininterrottamente: ««Faccio turni che iniziano alle 7 del mattino e finiscono la sera tardi, vedo mia figlia solo tramite whatsapp, lo stesso vale per i miei genitori; ho l’incubo di essere veicolo del virus verso qualche altro. Qui dove lavoro io piangiamo tutti di nascosto», continua nella sua intervista e ribadisce l'importanza di stare chiusi in casa e limitare al massimo le possibilità di contagio. 

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