Charlotte Angie fatta a pezzi, il padre: «L'assassino mi scriveva fingendosi lei»

Il padre sconvolto dalla vicenda ammette: "In effetti qualcosa di strano c'era..."

Charlotte fatta a pezzi, il padre: «L'assassino mi scriveva fingendosi lei»
Charlotte fatta a pezzi, il padre: «L'assassino mi scriveva fingendosi lei»
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Giovedì 31 Marzo 2022, 11:49 - Ultimo aggiornamento: 16:18

Continuano a trapelare nuovi dettagli sull'omicidio di Carol Maltesi, la pornostar conosciuta con il nome di Charlotte Angie. A dare ulteriori dettagli di un omicidio spietato che fa raggelare il sangue è il padre della vittima, Fabio Maltesi, che sconvolto racconta di aver ricevuto dei messaggi da parte dell'assassino di sua figlia, Davide Fontana, che per mesi si è finto Carol, per guadagnare tempo. 

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«Credevo che lei stesse bene invece l'aveva già ammazzata, in questi mesi c'è stato uno scambio di messaggi, anche per il mio compleanno». È sconvolto Fabio Maltesi, il padre di Carol, a raccontare questi dettagli a Il Corriere della Sera. 

Sua figlia è stata uccisa dal vicino di casa reo confesso, Davide Fontana, a Rescaldina in provincia di Milano. «Non posso non piangere, non sono riuscito a chiudere occhio, vorrei solo che non fosse vero», ammette. Intanto i consulenti della procura stanno tentando di recuperare il video girato da Fontana che è stato poi cancellato dalla memoria del cellulare. È possibile che l'uomo abbia filmato l'intera aggressione.

«Voglio solo che tutti sappiano - continua nel suo racconto - che Carol era una creatura splendida, una figlia affettuosa, una mamma che adorava suo figlio, era piena di voglia di vivere. Non era una pornostar come sto leggendo, lei era un angelo. L'ha uccisa come una bestia, nessuno merita di soffrire così, mia figlia ha fatto una fine terribile, ho sentito delle cose tremende su come l'ha ammazzata, è stato diabolico».

«Io credevo di sentirla sempre - spiega - perché in tutto questo tempo le ho scritto su WhatsApp. Anzi, in realtà io la chiamavo, ma trovavo spento, allora le scrivevo e lei mi rispondeva. Almeno, credevo fosse lei ma ora ho scoperto che era il suo assassino... Ci siamo sentiti per il compleanno, o meglio io avrei voluto sentirla perché gli auguri ce li facevamo sempre a voce, ma ho trovato spento così ci siamo scritti, o meglio mi sono scritto con il suo assassino».

«A dire il vero qualcosa di strano c'era - prosegue -. Prima di tutto, nelle ultime settimane lei non mi rispondeva mai subito, ma mi scriveva solo dopo uno due giorni. E poi, mi ero accorto che spesso mi mandava dei messaggi copia-incolla con i precedenti. Allora le ho chiesto il perché e lei, anzi il suo assassino, mi ha risposto di essere a Dubai. Invece era già in cielo».

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