Il debito degli abitanti verso Palazzo Marino si accumula al ritmo di 40 milioni l’anno. Fenomeno trasversale, dal Giambellino a San Siro, al Niguarda, ma soprattutto tasto dolente per il Comune che mira a recuperare almeno 90 milioni attraverso il protocollo sottoscritto ieri con le organizzazioni sindacali (dal Sunia al Sicet). Si preferisce la riscossione volontaria della morosità pregressa, perché cercare di recuperare quei crediti attraverso l’azione giudiziaria è antieconomico, visto che spesso i debitori sono in grave povertà.
Così l’amministrazione opta per la “via bonaria”. «Una partita storica, che va a intercettare una famiglia su 4 che mediamente non paga», ha sottolineato l’assessore alla Casa Gabriele Rabaiotti. Non sono tutte persone che non hanno mai versato un euro e nemmeno abusivi, bensì cittadini che negli anni si sono trovati in una situazione di indigenza, oppure anziani rimasti soli. Entro il 30 aprile, l’amministrazione invierà lettere per informare gli inquilini sulla possibilità di aderire al piano di rientro: avranno tempo fino al 31 dicembre per decidere. E se entro quella data non arriverà nessuna risposta, scatterà il programma di riscossione coattiva, ancora da formulare.
Chi vuole mettersi in regola potrà rateizzare l’importo in 120 rate (anziché le attuali 24), ovvero nell’arco di 10 anni, e ogni rata non sarà superiore al 12,5% del reddito netto mensile.
Positiva la reazione delle organizzazioni sindacali, certe che «l’accordo porterà a risultati soddisfacenti».