«Carrozze del treno riservate a sole donne»: la petizione dopo lo stupro. Già raccolte 4mila firme

«Carrozze del treno riservate a sole donne»: la petizione dopo lo stupro. Già raccolte 4mila firme
«Carrozze del treno riservate a sole donne»: la petizione dopo lo stupro. Già raccolte 4mila firme
di Simona Romanò
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Venerdì 10 Dicembre 2021, 06:00

Carrozze ferroviarie per sole donne, così che possano sentirsi protette dai molestatori. È quanto propone una petizione lanciata su change.org da Carla Achini, un’ottica-optometrista di Malnate, in provincia di Varese, ex consigliera provinciale e oggi delegata di Confesercenti Malnate. L’idea arriva dopo le due brutali violenze sessuali, ai danni di ragazze di 22 anni, che sono avvenute lo scorso 3 dicembre, verso le 22, sul treno Trenord Milano-Varese.

La raccolta firme on-line intitolata “Vogliamo viaggiare sicure” è arrivata ieri, alle 20, a 3763 adesioni. Il contafirme è rovente: carica ogni dieci minuti almeno dieci nuovi firmatari. «Abbiamo il diritto di usare i mezzi pubblici a qualsiasi ora del giorno senza paura. In altri paesi, tra cui Brasile, Egitto, India, Malesia e Giappone, esistono carrozze dedicate solamente alle viaggiatrici», dice la promotrice dell’iniziativa che sta raccogliendo grandissimo consenso. «Con questa petizione chiediamo a Trenord di dedicare, su tutte le sue linee, la carrozza di testa alle donne.

In questo modo, a qualsiasi ora, si potrà viaggiare in sicurezza».

È ovvio che sarebbe garantita la libertà di scelta: nel caso in cui una pendolare volesse sedersi nelle carrozze “miste”, lo potrebbe fare. Al di là della valanga di firme, piovono i commenti, perché l’orrore delle due giovani vittime di una coppia di stupratori, entrambi arrestati, riapre la delicata questione della sicurezza sul trasporto pubblico. «Io prendo la Milano-Varese dopo Gallarate - scrive Mariangela - quando le carrozze si svuotano se c’è una nella quale ci raduniamo sarebbe bello». È vero che i predatori possono tendere agguati nelle stazioni, ma sarebbe comunque un passo in avanti per tranquillizzare le viaggiatrici e le famiglie che le attendono a casa. «Voglio sentirmi libera di muovermi da sola», scrive Alessia. «Viaggio da 22 anni sulla tratta delle violenze e ne vedo di ogni pessimo colore», aggiunge Monica. La proposta, diventata virale, potrebbe essere accolta da Trenord.

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