«Aiuto mamma, l'autista dice che farà una strage»: le telefonate dei bimbi a bordo del bus dirottato a Milano

«Aiuto mamma, l'autista dice che farà una strage»: le telefonate dei bimbi a bordo del bus dirottato a Milano
«Aiuto mamma, l'autista dice che farà una strage»: le telefonate dei bimbi a bordo del bus dirottato a Milano
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Mercoledì 20 Marzo 2019, 15:03 - Ultimo aggiornamento: 18:09

«Aiuto mamma, l'autista ci minaccia. Ha detto che non ci porta a scuola, che va a Linate e fa una strage». Sono le prime concitate telefonate arrivate ai genitori dai bimbi che erano a bordo del bus dirottato sulla strada provinciale 415 all'altezza di San Donato Milanese (Milano). Grazie al loro coraggio è stata evitate una strage. «Ci ha preso i telefoni ma un compagno è riuscito a tenerlo. Eravamo ammanettati con le fascette da elettricista. Ci diceva che non succederà niente e ogni volta minacciava di versare la benzina», ha detto uscendo dalla palestra dell'Istituto Margherita Hack una delle ragazzine sequestrate.

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La zia di un'altra delle alunne che erano sul bus, Elisabetta, ha raccontato che la nipote le ha riferito «che il sequestratore ha detto agli insegnanti di legare i bambini, ha sequestrato tutti i telefoni». «Ha detto anche che voleva andare a Linate», ha confermato la donna. «Ora i bambini - ha concluso - sono più tranquilli di noi».

«I ragazzi sono stati veramente bravi», ripete Luca De Marchis, comandante provinciale dei Carabinieri di Milano, commentando quanto è avvenuto oggi a San Donato Milanese. De Marchis ha spiegato che «l'uomo non era armato» e «non ha legato i ragazzini» ed è ora indagato per strage e sequestro di persona.

 


Quando l'autista, italiano di orgini senegalesi, ha dirottato il bus e ha cominciato a urlare: «Qui non si salverà nessuno, basta morti in mare», uno degli studenti a bordo ha chiamato con il cellulare i genitori che, a loro volta, hanno avvisato i carabinieri. Immediatamente sono scattati una serie di posti di blocco mentre le pattuglie hanno raggiunto il mezzo. L'autista a quel punto ha forzato uno sbarramento dei carabinieri, speronando le auto, ma ha perso il controllo: il bus ha rallentato e poi è finito contro il guardrail. A quel punto Sy ha cosparso il mezzo di benzina e ha dato fuoco con un'accendino, ma i militari sono riusciti a mettere in salvo studenti e professori entrando dalla porta posteriore e rompendo i finestrini.

«La nostra scuola ci ha chiamati dicendo che era stato sequestrato il pulmino, in modo vago, ma ci hanno rassicurati subito e hanno detto che i ragazzi stavano tutti bene», ha aggiunto il padre di uno dei ragazzini davanti alla palestra a San Donato dove sono ora i bambini. La coppia non conosceva personalmente Sy, ma «probabilmente era il solito autista che li accompagnava in palestra per educazione fisica», hanno spiegato i genitori che ancora, però, non hanno parlato con il figlio.

Questa mattina Ousseynou Sy era «tranquillissimo» quando è entrato nel bar della stazione di Crema. A riferirlo è il barista che ha raccontato che Sy gli ha semplicemente detto: «Porto i ragazzi in palestra e torno». I suoi colleghi autisti che partono con i loro autobus dal piazzale antistante la stazione si dicono «costernati». «L'ho visto martedì - racconta uno di loro - mi ha salutato come al solito e mi ha chiesto come stavo. È inimmaginabile che abbia fatto una cosa del genere». Raccontano inoltre che Sy è nato in Francia e risiede a Crema da tempo. Era sposato con una donna italiana da cui aveva divorziato. E negano che l'uomo avesse precedenti penali: «Era stato denunciato da una ragazza per molestie - raccontano - ma era stato assolto con formula piena, tanto che aveva chiesto dei danni ma non aveva mai visto un euro perchè quella ragazza non aveva niente».




 

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