Un minuto prima recitavano le parole del loro cantante preferito, quello seguente erano faccia a terra sul pavimento della banca, ammanettati dai poliziotti della Squadra mobile che li stavano monitorando. Ieri gli investigatori hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per 5 rapinatori, tutti trasfertisti che partivano da Palermo per razziare le banche della Lombardia. Tra maggio e ottobre la banda è riuscita a raccogliere un bottino di quasi 300mila euro agendo secondo uno schema fisso: uno restava all’esterno e altri due (con una parrucca per confondere la propria fisionomia) entravano armati di taglierino e prendevano in ostaggio i presenti, tenendoli bloccati anche 45 minuti o comunque fino all’apertura della cassaforte temporizzata. Tre, sempre tre.
Gli arrestati sono 5 perché erano due gruppi diversi che ruotavano attorno a un unico perno, Gaspare Aruta, noto truffatore palermitano di 44 anni. Secondo gli agenti della Mobile milanese, diretta da Marco Calì, è stato lui l’organizzatore dei colpi a Milano (il 31 maggio e il 6 agosto in via Friuli, il 9 luglio e il 7 agosto in via Washington) assieme a Gaetano Immesi di 43 anni e Massimiliano Lopez di 45. Il trio si è separato pochi giorni prima di un ennesimo assalto alla filiale della Ubi Banca di Busto Arsizio, i soci di Aruta hanno avuto visioni contrastanti sulla pianificazione e sono tornati a Palermo. «A quel punto Aruta non ha rinunciato al colpo perché aveva bisogno di soldi - ha raccontato Calì - Nelle intercettazioni spiega di essere interessato all’acquisto di una casa a Palermo che avrebbe poi intestato a suo figlia». Così ha chiamato un contatto in Sicilia e gli ha chiesto di inviargli quanto prima «due ragazzi svegli» e, nel dubbio di una eventuale intercettazione, ha detto che gli servivano «due manovali» per un lavoro di ristrutturazione a Milano.
Detto fatto, in città sono arrivati Vincenzo La Corte, di 45 anni, e Salvatore Montagna, di 51, entrambi esperti del settore.
Assieme hanno studiato il piano e hanno stabilito come giorno l’8 ottobre. Non sapevano che i poliziotti avevano già individuato la loro auto e installato una microspia per ascoltare i loro discorsi. È stato così che hanno scoperto la passione dei rapinatori per il neomelodico. Ora li aspettano diversi anni di carcere, avranno tempo per ascoltarlo con calma.