Non è la D'Urso, Agostina Belli e il mistero sulla morte della madre: «Uccisa da un serial killer. Riaprire le indagini»

Agostina Belli
Agostina Belli
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Domenica 24 Gennaio 2021, 22:49 - Ultimo aggiornamento: 25 Gennaio, 00:44

Adele Margherita Dossena , mamma di Agostina Belli, è stata uccisa circa cinquant'anni fa a coltellate nella sua pensione a Milano da un assassino ancora senza nome. In quel periodo altre 6 donne sono state uccise per mano, secondo le nuove ipotesi, di un serial killer. Agostina Belli, ospite di “Live – Non è la D'Urso” ha chiesto la riapertura del caso per scoprire finalmente la verità sulla morte della madre.

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Agostina Belli ha saputo della nuova ipotesi sul serial killer leggendo il giornale: “Ho letto sul Corriere della Sera del killer che 50 anni fa aveva ucciso 7 donne e li ho visto la fotografia di mia madre – ha raccontato ai microfoni del programma di Barbara D'Urso - La polizia ci diceva che questo era un delitto passionale, perché il carnefice aveva infierito con un violenza sul suo corpo.

Dopo un anno di indagini ci hanno chiamato, e comunicato che avrebbero archiviato il caso”.

A quel punto sono potuti andare per la prima volta sul luogo del delitto: “Siamo potuti andare perchè hanno tolto i sigilli: era buia, disordinata ma stranamente sul tavolo c'era un cofanetto di caramelle ancora sigillate e due bicchieri da liquore. Erano li, non le hanno portate via per farli analizzare o prendere le impronte. Ho continuato le indagini da sola, ho preso più detective privati e sono andata avanti per tre anni. Poi ho cominciato a ricevere delle minacce, mi hanno avvelenato il cane, rubato la macchina. Nella segreterie trovavo voci camuffate che mi dicevano: “Se non la smetti di cercare fai la fine di tua madre”. Ho portato tutto alla polizia, mi hanno protetto per un po' ma anche loro mi hanno consigliato si smettere”.

Non tutto è perduto, si potrebbe arrivare a una soluzione e Agostina chiede la riapertura del caso: “ Poi ho letto il giornale e ho deciso di riprendere. Io sono qui per chiedere alla Procura la riapertura delle indagini per mia madre e per le altre donne. Hanno tutte fratelli, mariti, che aspettano da cinquant'anni. I cold case con la tecnologia di oggi si possono risolvere”.

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