Mare Jonio, Zingaretti: «Migranti scendano subito». Salvini vieta ingresso alla Alan Kurdi

Migranti, appello Mare Jonio: situazione grave. Zingaretti: «Scendano subito, mai più»
Migranti, appello Mare Jonio: situazione grave. Zingaretti: «Scendano subito, mai più»
5 Minuti di Lettura
Sabato 31 Agosto 2019, 14:43 - Ultimo aggiornamento: 1 Settembre, 20:00

La nave Mare Jonio lancia l'allarme per i migranti a bordo e Mediterranea Saving Humans chiede che vengano fatti tutti sbarcare o partirà una denuncia. In una mail inviata in mattinata al Centro di coordinamento marittimo italiano la Mare Jonio chiede «un porto sicuro di sbarco» rappresentando ancora una volta «le condizioni psicofisiche di estrema vulnerabilità delle persone a bordo dovute ai loro tragici vissuti e alle violenze subite in Libia. Condizioni aggravate - sottolinea la ong - dall'esperienza della morte di sei compagni di viaggio e dall'attuale situazione di incertezza e di sospensione del diritto in cui versano che si configura come 'trattamento inumano e degradante'».

Intanto il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha firmato il divieto di ingresso, transito e sosta nelle acque territoriali italiane per la Alan Kurdi, battente bandiera tedesca e unità della ong tedesca Sea Eye, che oggi ha soccorso 13 migranti. Il provvedimento è stato inviato ai ministri Elisabetta Trenta e Danilo Toninelli.

Mare Jonio, emergenza sanitaria per i 34 rimasti a bordo: ma resta lo stop allo sbarco

No di Zingaretti. «Queste cose non vogliamo più vederle. Non è umano. Fate scendere subito questi esseri umani #MareJonio». Così su Twitter il segretario Pd Nicola Zingaretti.


La mail della ong. Nella mail la ong ricorda «la recentissima pronuncia del gip di Agrigento nella vicenda della nave Open Arms, nella quale è stato ribadito come
«il Coordinamento delle operazioni di salvataggio ricada 'sullo Stato che per primo ha ricevuto notizia di persone in pericolo in mare fino a quando il Rcc (Centri di coordinamento marittimo, ndr) competente per l'area non abbia accettato tale responsabilità'.
Nel nostro caso questo Stato è l'Italia
».

L'obbligo di salvataggio delle vite in mare, sostiene Mediterranea,
«costituisce un dovere degli Stati e prevale sulle norme e sugli accordi bilaterali finalizzati al contrasto dell'Immigrazione irregolare. La nostra Costituzione di dice chiaramente che il diritto internazionale prevale sul Decreto Sicurezza che in questo momento ci tiene fuori dalle acque territoriali. Torniamo a chiedere con forza - conclude - che le Istituzioni italiane non continuino in questa violazione del diritto e dei diritti e che prevalga dopo mesi di illegalità e cattiveria gratuita il rispetto delle persone e delle leggi, ribadendo che in caso contrario siamo pronti a denunciare questi comportamenti in tutte le sedi competenti. Adesso fateli sbarcare».


«È il terzo giorno che ci bloccano in mare - continua la Ong in un post su facebook -. Siamo sempre più preoccupati per le condizioni psicologiche dei sopravvissuti, i ventotto uomini e le sei donne che sono rimasti a bordo con noi. Hanno già passato l'inferno: quanto possono reggere ancora?». «In ogni loro racconto, man mano che passano le ore, emergono dettagli che lasciano senza fiato. C'è chi ti fa toccare le cicatrici delle torture: «Senti, senti qui». C'è chi ti racconta che in Libia ha passato due anni da schiavo. Le violenze sessuali. Le botte con il calcio del fucile. Le frustate, la corrente elettrica. Tutto il campionario dell'orrore«, scrive la Ong.

Un appello affinché si proceda allo sbarco arriva anche dalle colonne dell'Avvenire, a firma del cardinale arcivescovo di Agrigento, Francesco Montenegro: «Per favore, fate scendere i migranti della Mare Jonio!». «Si tratta di una situazione umanitaria gravissima» e «assistiamo a una forma ingiustificata di durezza nei confronti delle altre 34 persone che sono rimaste a bordo». «Facciamo appello alle autorità competenti affinché al più presto si decidano di permettere alla Mare Jonio di attraccare». «Prima di qualsiasi disputa politica vi sono i diritti umani che vanno difesi sempre e comunque».

La decisione di far sbordare 64 migranti (fra cui donne incinte, bambini e persone in precarie condizioni di salute) «sembrava aprire uno spiraglio in questa ennesima vicenda che vede compromettere e danneggiare la dignità di quei nostri fratelli che, prima ancora di essere migranti, sono persone umane già messe a dura prova, nei loro paesi di provenienza, da guerre, violenze e carestie», dice il cardinale Montenegro su Avvenire. Le persone che sono rimaste a bordo sono «ormai stremate fisicamente e psicologicamente, dopo diversi giorni di sosta in alto mare, sballottati dalle onde e privati del sacrosanto diritto di salvaguardare la loro vita», scrive ancora il cardinale sottolineando che «nella situazione drammatica che si è venuta a creare l'equipaggio sta facendo un lavoro straordinario che merita un grande apprezzamento; sono uomini e donne che hanno assicurato ai migranti l'assistenza, il sostegno e l'affetto per reggere a una prova così estenuante. Speriamo, per loro e per i migranti, che la Mare Jonio sia messa nelle condizioni di mettersi al riparo dalle onde e di entrare nel porto di Lampedusa».

© RIPRODUZIONE RISERVATA