Migranti, maxi sbarco a Lampedusa: arrivati in 686. Ora i trafficanti puntano anche alla costa jonica

Migranti, maxi sbarco a Lampedusa: arrivati in 686. Ora i trafficanti puntano anche alla costa jonica
Migranti, maxi sbarco a Lampedusa: arrivati in 686. Ora i trafficanti puntano anche alla costa jonica
di Cristiana Mangani
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Martedì 28 Settembre 2021, 09:20 - Ultimo aggiornamento: 14:45

Sono arrivati in 686, sbarcati a Lampedusa su un peschereccio di 15 metri che è approdato l'altra sera al molo commerciale dell'isola siciliana. Non si ferma l'onda di arrivi nel Mediterraneo. Le operazioni di sbarco, che comprendono un primo triage sanitario, si sono concluse poco prima dell'una di notte. Cinque migranti sono stati portati al Poliambulatorio dell'isola perché stavano male. Provengono dall'Egitto, dal Ciad, dal Marocco, dalla Siria, dal Bangladesh, dal Sudan, dalla Nigeria, dall'Etiopia e dal Senegal, ma la partenza è dalla Libia, da Zuwara, ed è il segno che il paese africano ha mollato i controlli sul mare ancora una volta e che, ora, l'onda lunga potrebbe provocare sbarchi ancora più numerosi. Il peschereccio è stato intercettato dalle motovedette a otto miglia dalla costa. I migranti sono stati tutti portati all'hotspot dove, al momento, sono presenti 1.091 persone a fronte dei 250 posti disponibili. 

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Il sindaco dell'isola, Totò Martello, che ha combattutto tutta l'estate per sollecitare l'attenzione di Regione e Governo, chiarisce: «Dopo alcuni giorni di maltempo, con il mare calmo sono ripresi gli sbarchi».

Lui era sul porto, a seguire personalmente l'arrivo dei disperati che hanno viaggiato su un vecchio peschereccio in ferro.

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«Il barcone - aggiunge il sindaco - sembrerebbe arrivare dalla Libia. Sono in corso tutte le operazioni previste in questi casi, dalla prima assistenza ai controlli sanitari, alle procedure di identificazione. I migranti saranno accompagnati al Centro di accoglienza, già da domani si dovrebbero avviare i trasferimenti sulle navi quarantena».

 

  E infatti, gli accertamenti hanno confermato che il carico di esseri umani è partito dalle coste libiche. E non si ferma, perché subito dopo il grande arrivo, altri 4 barchini, con un totale di 67 migranti, sono approdati a Lampedusa. Le 4 carrette - occupate da 30, 8, 12 e 17 persone - sono state intercettate quasi sotto costa dalle motovedette della Guardia costiera e delle Fiamme gialle. Questi piccoli gruppi - arrivati dopo alcuni giorni di stop dovuti al maltempo - sono stati portati anche loro prima a molo Favarolo e poi all'hotspot.


Lampedusa è, di fatto, abituata ai piccoli approdi, mentre l'ultimo maxi sbarco registratosi sull'isola risaliva allo scorso 28 agosto quando sono arrivati in 539. Secondo quanto ricostruito dalla Procura di Agrigento, erano tutti migranti che già avevano subito ripetute violenze nei campi libici, erano stati stipati nell'imbarcazione anche sulla base della nazionalità riservando i posti peggiori ai non magrebini. Durante la traversata coloro che stavano sottocoperta, in assenza di acqua e in difficoltà respiratorie, sono stati picchiati con dei tubi di gomma e con cinture a ogni minima protesta. In quella occasione, il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, aveva fatto fermare 5 persone per favoreggiamento dell'immigrazione
clandestina con l'aggravante di avere sottoposto i migranti a «trattamento inumano e degradante». 

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I dati degli sbarchi registrati nel cruscotto del Ministero dell'Interno rivelano chiaramente che il viavai sulle coste italiane non si è mai fermato, anche se i numeri raggiunti non sembrano aver creato problemi di accoglienza e di contagi. Il sistema ha funzionato. Dall'inzio di gennaio del 2021 sono 44.778 gli arrivi contro i 27.517 dello scorso anno. Periodo in cui c'erano ancora le limitazioni e le chiusure imposte dal lockdown e dal Covid.

Il maxi sbarco di Lampedusa di ieri arriva dopo un periodo di relativa calma, con la Tunisia che sembra aver risposto alle richieste italiane di maggiori controlli sulle coste e con la Libia che stava a guardare. Anche se le ultime settimane hanno fatto registrare una nuova ripresa delle partenze, questa volta gestite da trafficanti di esseri umani egiziani, con destinazione le coste joniche. Nello scorso fine settimana sono arrivati in 600 sulle coste calabresi e della città siciliana dello Stretto, dove 204 persone, soccorse a bordo di un peschereccio, sono state sbarcate sabato perché il porto di Reggio Calabria era già impegnato dall’arrivo di un altro peschereccio con 272 persone a bordo. Domenica mattina una barca a vela con 60 persone, 25 dell’Iraq, 35 dell’Iran, comprese 3 famiglie, è approdata in località Lazzaro nel comune di Motta San Giovanni, sempre Jonio. 

 

Sicuramente proveniente dalla Turchia, mentre i grossi pescherecci sono arrivati dalla Libia orientale. Una rotta che dall’inizio dell’estate è tornata fortemente attiva, con i trafficanti egiziani scatenati. E, infatti, su queste barche si trovano soprattutto migranti egiziani, in maggioranza minori non accompagnati, tra i 16 e i 18 anni.  La nuova strategia dei trafficanti obbliga Guardia costiera e Finanza a interventi molto più lunghi e sempre più frequenti. E ormai anche il soccorso è cambiato. Le barche non vengono più trainate fino ai porti, sarebbe troppo complicato e pericoloso, perché troppo lontane dalla costa e perché danneggiate. Così gli immigrati vengono trasbordati sulle navi militari e la loro “carretta” viene lasciata alla deriva. 

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