Antonio Magi, l'allarme: «I nostri 600 medici non vaccinati sono a contatto con pazienti fragili»

«Se il 50 per cento dei sospesi si è poi vaccinato potremmo continuare ad avere buoni risultati»

Antonio Magi, l'allarme: «I nostri 600 medici non vaccinati sono a contatto con pazienti fragili»
di Fabio Rossi
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Lunedì 20 Dicembre 2021, 07:56 - Ultimo aggiornamento: 17:21

Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei medici di Roma. Chi sono i No vax che hanno messo in scena la contestazione di ieri?
«Sono professionisti in attività, tra cui molti medici di famiglia e ospedalieri, che in qualche modo volevano contestare l’obbligatorietà del vaccino».


Tutti non vaccinati?
«Non lo so, per ora non lo posso dire ma stiamo verificando. Hanno interrotto i lavori dandoci dei mafiosi e accusandoci di sospendere i medici che non fanno vaccino e non quelli che non pagano la quota dell’Ordine».


Se non sono vaccinati, come hanno fatto ad accedere all’assemblea?
«Hanno fatto il tampone e sono entrati, come per il lavoro: con il Green pass normale si entra.

Io spero che arrivi il più presto l’obbligo del super Green pass anche per andare a lavorare, oltre che per tutte le altre attività. Ricordo che per i medici è obbligatoria anche la terza dose».


Quanti sono i medici No vax nella Capitale?
«Appena ci daranno l’accesso all’anagrafe digitale sapremo in tempo reale nomi, cognomi e numero dei medici non vaccinati. Da quello che possiamo sapere in modo informale dai colleghi, costretti ad accollarsi turni supplementari, e da altri cittadini, siamo intorno ai 500-600 medici non vaccinati a Roma».


Tutti operativi in prima linea?
«Sì. Si tratta di medici che sono in contatto con pazienti, anche molto fragili, tutti i giorni».


Quanti ne avete sospesi, finora?
«Da aprile a oggi, le Asl ci hanno comunicato 40 nominativi, che sono stati sospesi. Di questi, 20 si sono poi vaccinati».


Perché così pochi medici sospesi?
«Diciamo che le Asl se la sono presa comoda, con verifiche e segnalazioni. Noi dobbiamo fare questo lavoro per un compito che ci viene assegnato dallo Stato, con l’obiettivo primario di tutelare i cittadini».


Ci sarà un giro di vite?
«Ho ricevuto tante telefonate di solidarietà, a partire dalle istituzioni. Ma questi colleghi vanno convinti. Io sono da sempre inclusivo e chiederò di incontrare chi protesta: se una delegazione vuole venire a discutere su questi temi, la riceverò volentieri».


Ma come si convince un medico No vax a vaccinarsi?
«Per convincere un medico bisogna fargli capire che sta sbagliando, perché tutti possono sbagliare. Stiamo lavorando molto bene su questo fronte, altrimenti non sarebbe successo quello che è successo. Poi la scienza va avanti proprio grazie al dubbio, ma ci sono regole che la comunità scientifica si è data».


Quali sono le regole da seguire?
«Sicuramente la scienza non si fa su Facebook, WhatsApp o altro, ma su studi scientifici fatti con determinate caratteristiche, su cui tutti possono confrontarsi».

Si è creata una frattura insanabile nella categoria?
«Non vogliamo esasperare gli animi. In una categoria non ci deve essere lo scontro preconcetto, ma il comportamento tenuto da alcuni colleghi non è stato all’altezza della professione che esercitiamo».


Il peggioramento della situazione pandemica, in queste settimane, può aumentare le tensioni?
«Può creare maggiori tensioni tra vaccinati e non vaccinati. Già in questi mesi nelle strutture sanitarie si è creata una situazione di precarietà, con colleghi vaccinati costretti a fare il lavoro anche degli altri, dai reparti alle terapie intensive, con il rischio di peggiorare il servizio offerto ai malati».


Si può invertire la tendenza?
«Sono ottimista: se il 50 per cento dei sospesi si è poi vaccinato, potremmo continuare ad avere buoni risultati».


I vaccini stanno dando gli effetti sperati?
«Stiamo facendo più tamponi ma abbiamo meno ricoverati e degenze meno lunghe: prima si restava in ospedale un mese, ora alcuni pazienti escono dopo pochi giorni».
 

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