Medaglia d'oro all'eroe Giuseppe Girolamo: 10 anni fa il 30enne di Alberobello perse la vita per salvare una famiglia sulla Concordia

Non sapeva nuotare eppure ha lasciato il suo posto sulla scialuppa di salvataggio a una famiglia con due bimbi piccoli

Medaglia d'oro per Giuseppe Girolamo: 10 anni fa perse la vita per salvare una famiglia sulla Costa Concordia
Medaglia d'oro per Giuseppe Girolamo: 10 anni fa perse la vita per salvare una famiglia sulla Costa Concordia
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Giovedì 21 Luglio 2022, 15:37 - Ultimo aggiornamento: 23 Luglio, 06:16

Finalmente a 10 anni di diatnza arriva la medaglia d'oro al valore civile per Giuseppe Girolamo. Era il 13 gennaio 2012 quando la Costa Concordia naufragè all'Isola del Giglio. Giuseppe aveva 30 anni e suonava come batterista a bordo della nave da crociera, faceva ballare e divertire i passeggeri e gli ufficiali. Era una persona normale: suonava e faceva il suo lavoro, che non era male, e non pensava di certo di trovarsi nel bel mezzo di un naufragio. Giuseppe quella sera, dopo l’impatto, era riuscito a trovare posto su una delle scialuppe. Sul ponte però era rimasta una famiglia, con due bambini piccoli. Il giovane batterista di Alberobello non esitò un attimo e lasciò il posto sulla lancia di salvataggio facendo salire loro sulla piccola imbarcazione.  

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La medaglia, si legge nella motivazione, sul sito del Quirinale, gli è stata conferita per il «grande esempio di coraggio, di solidarietà e spirito di sacrificio».

Il giovane non sapeva nuotare e quella era l'ultima scialuppa, Giuseppe sapeva quale sarebbe stato quindi il suo destino facendo quella scelta altruistica, ma non esitò un attimo. 

 Il riconoscimento arriva, finalmente, dopo decine e decine di richieste che il Comune di Alberobello ha inviato, negli anni scorsi per ottenere l’onorificenza. Che è un gesto simbolico e doveroso nei confronti di un eroe generoso che ha sacrificato se stesso per salvare il prossimo.  Sulla richiesta al valor civile il Comune non si è mai arreso. Lettere continue, telefonate su telefonate, fino a quando il 12 luglio è arrivata l’ufficialità, a due giorni da quello che sarebbe stato il 40mo compleanno di Giuseppe. «La medaglia non ce lo restituisce e non ce lo restituirà mai - dice l’ex sindaco Michele Longo - ma finalmente conferisce dignità e valore al gesto generoso e grandioso di questo straordinario figlio di Alberobello». La passione per la musica, l’amore per il lavoro sulle navi da crociera, il sorriso che non mancava sulle sue labbra. Lo ricordano tutti così Giuseppe ad Alberobello.

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Le parole della donna salvata

Così trova pace anche papà Giovanni che si capacitava del perché il riconoscimento non arrivava per il figlio. Di due cose Giuseppe era consapevole, spiega Giovanni: «Che quella era l’ultima scialuppa e che lui non sapeva nuotare», ma lui, Giuseppe, «in quel momento tragico ha ragionato col cuore, ha donato la sua vita per salvare due persone».

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Antonella Bologna, la donna salvata dal naufragio, lo descrive così: «A guardare la scena stava un uomo vestito di nero, in un angolo, con la testa china e io ricordo di avergli detto: La prego, mi deve far salire, ho due bambini. Nel panico generale è riuscito a restare calmo e ad aiutarci. Credo fosse un angelo o mi è parso tale. Perché solo grazie a lui siamo riusciti a salire nella terza scialuppa e accomodarci nella parte finale. Dopo di ciò è scomparso». È annegato Giuseppe, risucchiato dall’acqua gelida di quella notte, dal mare profondo. Com’è profondo il dolore ancora oggi ad Alberobello.  Dieci anni dopo, Alberobello piange ancora il suo eroe, orgogliosa di annoverarlo tra i suoi cittadini più illustri, straordinario emblema di altruismo e generosità.

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