Stretta in Campania a causa del Covid. Chiusura al pubblico da domani e fino al 21 marzo, in tutta la Campania, di lungomari, piazze, parchi urbani, ville comunali e giardini pubblici; nello stesso periodo stop a fiere e mercati, compresi quelli rionali o settimanali anche per i generi alimentari. Lo prevede un'ordinanza che sta per essere firmata dal presidente della Regione Vincenzo De Luca. Si raccomanda alla popolazione «di evitare assembramenti e ai datori di lavoro pubblici e privati il ricorso alle percentuali più alte possibili di modalità di lavoro agile».
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La chiusura di lungomari, piazze, ville comunali e parchi urbani è disposta per tutta la giornata salvo che nella fascia oraria 7.30-8.30, ovviamente fatta salva la possibilità di accesso e deflusso agli esercizi commerciali aperti e alle abitazioni private. «I soggetti competenti garantiscono la chiusura di eventuali porte e varchi di accesso», si precisa dalla Regione. Dal divieto di svolgimento di fiere e mercati sono esclusi i negozi siti in prossimità o all'interno di aree mercatali, purché provvisti di servizi igienici autonomi, limitatamente alla vendita dei generi alimentari e alle altre attività consentite sul territorio regionale dal Dpcm del 2 marzo 2021.
Il numero dei nuovi contagi in Campania ha sfondato la soglia dei 3.000, accertati a fronte degli oltre 25.867 i tamponi esaminati nelle ultime 24 ore. È, dunque, ancora troppo presto per vedere gli effetti positivi della stretta attuata lunedì scorso da quando la regione è diventata zona rossa.
A Giugliano, da domani e per dieci giorni, il sindaco Nicola Pirozzi, dopo aver riunito il Coc, ha deciso di chiudere piazze e la villa comunale e di consentire, dopo le 18, solo il delivery. A Pomigliano d'Arco gli ottantanove contagi registrati in tre giorni (e due persone decedute) hanno spinto il sindaco Gianluca Del Mastro a scrivere al Prefetto per chiedere l'invio di forze anche militari, e ad annunciare anche il ripristino del divieto per i minori ad uscire senza un maggiorenne. Ma con il passare dei giorni la tensione che si registra nelle città cresce; per l'emergenza sanitaria ma anche per quella economica che, in particolar modo per alcuni settori, inizia a farsi sentire dopo un anno di chiusure e riaperture a stop and go. I tassisti napoletani sono tornati in piazza stamattina per una nuova manifestazione di protesta.
Le proteste
Oltre cento taxi sono partiti dall'aeroporto per arrivare in centro, percorrendo a passo duomo Piazza Garibaldi, corso Umberto, via Depretis e via Acton. «Da un anno ormai non abbiamo risposte nette dalle istituzioni. Siamo in strada con turni ridotti e perdiamo l'80% del nostro fatturato mentre i nostri costi sono rimasti uguali», ha così spiegato Alessandro Zingone, tassista napoletano,la protesta che ormai va avanti da tre giorni. Ma non mancano le iniziative di solidarietà. A un anno dal lockdown, l'associazione 'Facciamo compagnia' ha deciso di donare 300 pasti caldi al centro 'La Palma' per persone senza fissa dimora e in difficoltà. L'associazione, nata attraverso un gruppo facebook che conta 3mila iscritti, in questo anno ha sostenuto circa 600 famiglie portando spese, organizzando collette, donando pasti.