Assembramenti di San Valentino: a Roma chiusa Fontana di Trevi, ristoranti aperti in Liguria (nonostante la zona arancione)

Caos assembramenti: in Liguria ristoranti violano zona arancione, a Roma chiusa Fontana di Trevi
Caos assembramenti: in Liguria ristoranti violano zona arancione, a Roma chiusa Fontana di Trevi
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Domenica 14 Febbraio 2021, 13:59 - Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 06:35

Ristoranti sold out da giorni, turni serrati per pranzare, ma anche folla nelle strade, assembramenti e multe. Nel giorno di San Valentino ha prevalso la voglia di libertà degli italiani che, in certi casi, si è trasformata in trasgressione delle regole anti-contagio. Durante i controlli serrati a Roma gli agenti hanno dovuto chiudere temporaneamente la Fontana di Trevi a causa del gran numero di persone presenti. Traffico paralizzato nelle strade centrali di Napoli, con parte della città che si è trasformata in arena per la movida. Ristoranti aperti nella '"arancione" Liguria e calca anche sul lago di Como, meta di tantissimi visitatori: nella zona pedonale della città quasi non si riusciva a camminare.

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A San Valentino tutti a pranzo fuori

Accantonata - per cause di forza maggiore - la tradizionale cena romantica, molti ristoranti si sono riempiti all'ora di pranzo, anche laddove sarebbe stato vietato.

Tavoli prenotati da giorni e tutto esaurito, la costante da nord a sud, con alcune eccezioni. L'ufficio studi della Fipe Confcommercio già calcola 230 milioni di incassi, ma al contempo sottolinea che con il via libera alla ristorazione serale sarebbero stati 400, quasi il doppio. Diverse coppie, hanno optato per un diversivo: una fuga in hotel con cena e pernotto.

A Roma qualcuno ha prenotato in albergo anticipando il San Valentino, «ma non c'è stata nessuna invasione», spiega il presidente della Federalberghi locale Giuseppe Roscioli. Stessa cosa anche in altre parti d'Italia, da Milano a Parma. «È un fatto positivo che, però, non ha cambiato le sorti di nessuna struttura», commenta l'associazione degli albergatori. Torna a rimarcare le sofferenze della ristorazione il direttore generale della Fipe Roberto Calugi, che annuncia la richiesta imminente di un incontro al nuovo governo: «Il mio pensiero va alla Toscana, alla Liguria e all'Abruzzo che hanno saputo con pochissimo preavviso del blocco delle loro attività. Hanno dovuto buttare le derrate acquistate. La categoria è già allo stremo. Rischiano di chiudere 60mila imprese, con 300mila persone a casa. Serve trovare un equilibrio tra salute e lavoro».

 

Liguria, ristoranti aperti nonostante la zona arancione

Anche perché c'è chi si ribella ai divieti: diversi ristoranti in Liguria, come detto, a pranzo sono rimasti aperti facendo il pienone, nonostante l'intera regione fosse stata collocata in zona arancione. «Il nostro intervento rappresenta una sconfitta per tutti», commenta il questore di Imperia facendo il punto sui controlli: clienti identificati e gestori per i quali si profila una multa da 400 euro (ridotta a 280 se pagata entro 5 giorni). Per domani pomeriggio è già prevista una manifestazione di protesta della categoria davanti alla prefettura di Genova. 

 

Folla in strada a Roma e Napoli

A Roma, complice il sole, coppie e non solo si sono riversate in strada, soprattutto sul litorale. Nel pomeriggio è stata chiusa temporaneamente Fontana di Trevi a causa degli assembramenti. Folla pure sul lungomare di Napoli, locali sold out e traffico paralizzato in centro. A sconcertare è stato soprattutto il maxi ingorgo nelle strade centrali della città. Come se il Covid non esistesse. Ottocento chilometri più a nord, è stata presa d'assalto anche Como: code ovunque, parcheggi impossibili e ristoranti costretti a fare il triplo turno.

 

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