Latina, l'emergenza sanitaria spaventa gli abitanti. Il prefetto: «Tamponi, poi tutti espulsi»

Virus a Latina, l'emergenza sanitaria spaventa gli abitanti. Il prefetto: «Tamponi, poi tutti espulsi»
Virus a Latina, l'emergenza sanitaria spaventa gli abitanti. Il prefetto: «Tamponi, poi tutti espulsi»
di Laura Pesino
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Mercoledì 29 Luglio 2020, 07:21 - Ultimo aggiornamento: 16:22

Un arrivo del tutto imprevisto che ha costretto la Prefettura di Latina a rincorrere una situazione di emergenza e a cercare soluzioni a stretto giro: 320 migranti provenienti dalla Tunisia, sbarcati a Lampedusa e in arrivo nel Lazio, 57 dei quali collocati a Latina. Un numero così consistente non si vedeva ormai da tempo sul territorio. E in piena emergenza Covid l'esigenza prioritaria è quella di scongiurare un'eventuale diffusione del virus da importazione. Nell'arco di poche ore nel capoluogo pontino si è messa in moto la macchina organizzativa e la collaborazione istituzionale tra Prefettura, Asl, forze dell'ordine, Provincia e Comune ha consentito di trovare un'immediata soluzione, anche se del tutto temporanea.
I migranti, prevalentemente di nazionalità tunisina, saranno accolti nella struttura dell'ex Rossi Sud, in passato una grande fabbrica alle porte della città poi trasformata in un luogo che ospita fiere ed eventi. In un solo pomeriggio i locali interni dell'edificio sono stati allestiti dotandoli delle misure minime in grado di garantire accoglienza: letti e beni di prima necessità per trascorrere la prima notte dopo l'arrivo da Lampedusa. Poi, i tamponi a tappeto in programma già nella mattinata di oggi.

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«Il problema, prima che di irregolarità sul territorio ha spiegato il prefetto di Latina Maurizio Falco, che si è insediato da poco più di 24 ore è di emergenza sanitaria. Si tratta prevalentemente di persone di nazionalità tunisina che dovranno essere sottoposte a quarantena e che saranno poi verosimilmente destinate alle procedure di espulsione, anche se poi andrà fatta un'analisi caso per caso. Se i risultati dello screening sanitario confermeranno, come speriamo, che non ci sono positivi, i migranti saranno indirizzati verso strutture in cui effettueranno la quarantena di 15 giorni e successivamente avviati all'espulsione. In caso di persone interessate dal virus invece, gli asintomatici saranno trasferiti in altri centri a Roma o a Latina, mentre i sintomatici verranno ricoverati». La Asl è già pronta, con il proprio personale, ad effettuare i test contando di poter fornire i risultati già nel pomeriggio di oggi.

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«Rispetto al passato, in cui cercavamo di distribuire i migranti nei vari comuni del territorio spiega il sindaco di Latina Damiano Coletta l'esigenza è ora chiaramente opposta. Dobbiamo isolare per poter assicurare un accurato screening, anche per questo la scelta è caduta su una struttura unica e lontana dal centro abitato». Per scongiurare il rischio di eventuali fughe la Questura ha già predisposto servizi di vigilanza con presidi fissi all'ex Rossi Sud, partiti dalla serata di ieri e attivi per tutta la giornata di oggi. Successivamente, quando si conosceranno gli esiti dei test, si valuterà lo spostamento verso altre sedi e i servizi di controllo e vigilanza saranno rimodulati sulla base delle nuove esigenze. La Asl intanto non si è fatta trovare impreparata e oltre al superlavoro legato all'arrivo dei migranti tunisini nel capoluogo procederà a un ulteriore accertamento sanitario, già programmato, sulla comunità indiana, in uno dei luoghi di maggiore concentrazione dei braccianti stranieri: Sabaudia. Nella frazione di Bella Farnia sarà allestito in queste ore un centro per effettuare tamponi su 300 cittadini di nazionalità indiana, un'operazione resa possibile anche grazie al supporto della Regione Lazio.
 

 

 

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