Giulia Tramontano, Alessandro Impagnatiello e i suoi sotterfugi: finti messaggi e test del Dna falsificato

I deliri del barman: avrebbe anche raccontato che a estrarre per prima il coltello sarebbe stata la 29enne incinta

Giulia Tramontano, Alessandro Impagniatiello e i suoi sotterfugi: finti messaggi e test del Dna falsificato
Giulia Tramontano, Alessandro Impagniatiello e i suoi sotterfugi: finti messaggi e test del Dna falsificato
di Marta Giusti
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Giovedì 1 Giugno 2023, 15:49 - Ultimo aggiornamento: 2 Giugno, 08:44

Una vita di bugie. Alessandro Impagnatiello, fermato per l'omicidio della compagnia incinta, aveva anche falsificato un test del dna per dimostrare alla collega con cui aveva una storia che il figlio che portava in grembo Giulia Tramontano non era suo. L'altra donna, un'inglese che lavorava con lui all'Armani Bamboo bar, però, aveva scoperto la falsificazione. Da lì il chiarimento tra le due donne, avvenuto sabato pomeriggio nel locale milanese, senza che il 30enne fosse presente. La collega, a cui Impagniatiello era sentimentalmente legato da un anno, preoccupata per Giulia le avrebbe anche offerto ospitalità. «Se hai problemi - le avrebbe detto - puoi venire a stare da me».

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La 29enne incinta, però, è rientrata a casa, a Senago, dove l'aspettava il compagno, che - a quanto emerge - dopo due anni e mezzo voleva interrompere la relazione con lei.

Lo ha fatto, alla fine, uccidendola nel loro appartamento, tra le 19 e le 20.30 di sabato sera.

 

Il barman avrebbe anche raccontato che a estrarre per prima il coltello, forse per farsi male, sarebbe stata la 29enne incinta. Potrebbe trattarsi, però, di una delle menzogne raccontate da Impagniatiello. L'uomo, dove aver ucciso la compagna, avrebbe anche mandato messaggi dal numero di cellulare di lei, per rassicurare chi era preoccupato. Tra loro anche la collega italo-inglese, che durante tutta la serata ha scritto a Giulia per avere sue notizie. «Lasciami in pace, ti ho mentito» la risposta giuntale in serata dal telefono della 29enne, ma scritta dal compagno che l'aveva ormai uccisa.

L'ALTRA DONNA

«Con Giulia ci siamo parlate e confidate» e trovate d'accordo sul fatto che Alessandro Impagnatiello «ci avesse mentito a entrambe». Poi, durante l'ultimo incontro avuto con Impagnatiello, lui aveva risposto in maniera «evasiva» alla domanda su dove fosse Giulia Tramontano, il cui corpo è stato trovato dai carabinieri a Senago, nel milanese. A parlare ai carabinieri nella notte fra lunedì e martedì è l'altra fidanzata di Impagnatiello, arrestato per aver confessato l'omicidio di Giulia. Anche lei lavorava all'Armani Bamboo Bar di Milano e aveva da qualche tempo una relazione con Impagnatiello. Entrambe le donne, però, non erano al corrente della doppia vita del barman. La cameriera dell'Armani Bamboo Bar, insospettita dalle bugie del fidanzato, ha deciso di contattare Giulia, dove aver visto durante un viaggio delle foto che lo ritraevano con una ragazza incinta. Troppe le bugie raccontate. E per questo la cameriera aveva incontrato Giulia, che a sua volta aveva chiesto a Impagnatiello, senza successo, di raggiungerle per un confronto chiarificatore a 3. «Ma lui non lo fece - ha raccontato -. Anzi, se n'è andato dal lavoro. Poi io e Giulia siamo rimaste a parlare fino alle 18.45 circa ed entrambe ci siamo confidate e siamo convenute che Alessandro ci avesse mentito a entrambe». Di fatto, è stata l'ultima a parlare con Giulia e la prima ad allarmarsi cercando di contattare i parenti. Dai riscontri degli investigatori, infatti, il bartender avrebbe ucciso Giulia subito dopo il rientro nella casa di Senago dove convivevano. E davanti alle domande della cameriera, spaventata dal fatto che dopo il loro incontro «Giulia stava scrivendo messaggi in maniera diversa da quanto aveva fatto in precedenza», Impagnatiello aveva risposto in modo «strano» e «arrampicandosi sugli specchi».

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