Firenze, l'appello di vescovi e sindaci del Mediterraneo: «Si fermi la follia della guerra»

Il sindaco Dario Nardella, insieme a tutti i sindaci del Mediterraneo: "Vi scongiuriamo, fermatevi!"

Firenze, l'appello di vescovi e sindaci del Mediterraneo: «Si fermi la follia della guerra»
Firenze, l'appello di vescovi e sindaci del Mediterraneo: «Si fermi la follia della guerra»
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Giovedì 24 Febbraio 2022, 15:21

«Mediterraneo frontiera di pace». Questo il titolo della cinque giorni di incontri che ha portato a Firenze i vescovi e i sindaci di tutta Europa. E a 24 ore dall'inizio del convegno, ecco che in Ucraina scoppia la guerra. Putin ha invaso il Paese e inizia il conto drammatico di morti. Firenze, come il mondo intero, si è svegliata apprendendo la terribile notizia. E dai sindaci e vescovi del Mediterraneo si alza l'appello di pace: «Che la follia della guerra si fermi subito».

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Accogliendo l’invito di Papa Francesco a vivere il 2 marzo una giornata di digiuno e preghiera per la pace, i Vescovi fanno appello alla coscienza di quanti hanno responsabilità politiche perché tacciano le armi. Ogni conflitto porta con sé morte e distruzione, provoca sofferenza alle popolazioni, minaccia la convivenza tra le nazioni. Si fermi la follia della guerra! 

«L'attacco della Russia all'Ucraina è ingiustificabile e va condannato in maniera inequivocabile - dichiara l'On. Rosa Maria Di Giorgi, Capogruppo Pd in Commissione Istruzione e Cultura -. Come ha detto il presidente Draghi l'Occidente e la Nato devono dimostrare fermezza e rispondere compattamente al fine di evitare che l'azione di Putin porti alla destabilizzazione dell'intera regione. Le armi della diplomazia sono chiamate ad un ulteriore sforzo per ritrovare le ragioni della pace. Ma è chiaro che alla Russia dobbiamo mandare un messaggio risoluto di condanna».

Prima dell’inizio dei lavori della seconda giornata il presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, dialogando con i giornalisti che lo attendevano di fronte al convento domenicano di Santa Maria Novella, ha ammonito: «La guerra non è mai una soluzione, anzi è una follia». E ha sottolineato che ogni conflitto è «guidato esclusivamente da logiche che hanno come effetto soltanto morti, lacrime e distruzione: null’altro». Ecco perché, ha aggiunto Bassetti, «se avessimo dovuto scegliere come comunità ecclesiale un momento per riannunciare l’urgenza della pace con le parole e con i fatti, come avviene qui a Firenze, non potevamo trovare purtroppo un frangente più adatto».

Le notizie che arrivano da Kiev vengono seguite passo dopo passo dai vescovi del bacino. Da tutti, in modo particolare da quelli che provengono da Paesi ancora segnati dagli scontri e delle tensioni o che vivono le conseguenze devastanti di guerre recenti. Per la pace si è pregato al mattino durante la Messa nella Basilica di Santa Maria Novella che ha preceduto il via ai lavori. «Portiamo sull’altare le sofferenze del popolo ucraino», ha detto l’arcivescovo di Firenze, il cardinale Giuseppe Betori, in apertura della celebrazione che ha presieduto e che è stata concelebrata da tutti i vescovi presenti. E ha ricordato come «la situazione sia precipitata nel corso della notte». Nella preghiera dei fedeli un’intenzione è stata dedicata ai «governanti delle nazioni perché scelgano sempre la via del dialogo».

Anche i sindaci, capeggiati dal sindaco di Firenze Dario Nardella, hanno voluto condannare fermamente l'inizio del conflitto chiedendo la fine immediata. «C'è sempre lo spazio per una trattativa se davvero lo si vuole aprire.

Se si ha cuore la vita dei figli degli altri come dei propri, perché nè gli uni nè gli altri sono invulnerabili, si è sempre in tempo a fermarsi. La risposta non è mai nella guerra, nell'attacco armato, nell'illusione di poter dirigere i conflitti come da una cabina di regia che ci porta sullo schermo un terribile spettacolo visto dall'alto, ma senza entrare nella carne, nel cuore, nella mente delle persone.

Come sindaci dalla Città Metropolitana di Firenze ci rivolgiamo alle autorità russe perché sospendano l'invasione dell'Ucraina, un Paese che ha profonde ferite nella sua storia, e i bombardamenti. Tutti si fermino in presenza di gesti di buona volontà e ascolto».

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