Febbre a 38, va in ospedale. «Ha un virus intestinale» e viene dimessa. Dopo due ore la paziente muore: medici indagati

Febbre a 38, va in ospedale. «Ha un virus intestinale» e viene dimessa. Dopo due ore la paziente muore: medici indagati
Febbre a 38, va in ospedale. «Ha un virus intestinale» e viene dimessa. Dopo due ore la paziente muore: medici indagati
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Venerdì 29 Marzo 2019, 21:42 - Ultimo aggiornamento: 26 Febbraio, 22:04

Muore nello stesso ospedale dove poche ore prima era stata dimessa. Ed ora la Procura di Lecce apre un’inchiesta. Due i medici iscritti sul registro degli indagati. Disposta la riesumazione della salma per effettuare gli accertamenti medici necessari a stabilire se la vita di Egrentina Schirinzi, 65 anni, di Patù, potesse essere salvata e se ci siano state o meno mancanze, leggerezze o errori nella diagnosi e nelle cure disposte dai medici dell’ospedale “Cardinal Panico” di Tricase che l’hanno tenuta in cura.

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Compito dell’inchiesta sarà quello di accertare se è vero che la Schirinzi fu dimessa il 6 marzo dal Pronto soccorso del “Cardinal Panico”, dopo un attesa di sei ore e dopo che il medico di turno le avrebbe diagnosticato un virus intestinale per spiegare l’insorgere della febbre a 38 e lo stato generale di spossatezza: antibiotico e fermenti lattici, la terapia, raccontano i figli nell’esposto.

A casa la situazione sarebbe precipitata. E tornati in ospedale con una ambulanza del 118, l’altro medico di turno avrebbe diagnosticato sin da subito un quadro clinico gravissimo. Probabile una crisi di rigetto del fegato impiantato un anno prima. Fu ricoverata in Rianimazione e la mattina dopo, verso le 7, i figli, la sorella della donna ed il marito di quest’ultima furono autorizzati ad entrare nella stanza per dare l’ultimo saluto. Dopo dieci minuti si spense.

L’8 aprile ci sara la riesumazione della salma della donna deceduta i 7 marzo scorso e in quella stessa giornata il pubblico ministero della Procura di Lecce affiderà la consulenza e l’autopsia al medico legale Alberto Tortorella, all’anestesista rianimatore Salvatore Colonna ed all’infettivologo Gerolamo Portaccio. toccherà ora alle indagini indicare se ed a carico di chi ci siano state delle responsabilità.

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