Edy Ongaro, chi era il miliziano italiano ucciso in Ucraina nel Donbass: dal Veneto era andato al fronte per combattere con i separatisti

Era stato implicato in una rissa in un bar di Portogruaro (Venezia), dove aveva colpito l'esercente con un calcio all'addome, scagliandosi alla fine anche contro un carabiniere. Concessi i termini a difesa, era stato rimesso in libertà dal giudice in attesa del processo, ed era sparito

Edy Ongaro, chi era il miliziano italiano ucciso in Ucraina nel Donbass: dal Veneto era andato al fronte per combattere con i separatisti
Edy Ongaro, chi era il miliziano italiano ucciso in Ucraina nel Donbass: dal Veneto era andato al fronte per combattere con i separatisti
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Giovedì 31 Marzo 2022, 23:59 - Ultimo aggiornamento: 2 Aprile, 12:37

Edy Ongaro è il foreign fighters italiano morto mercoledì in Ucraina, in uno scontro al nord di Donetsk. Il miliziano combatteva da anni con i separatisti del Donbass, le forze pro-Russia. Il nome di battaglia era «Bozambo» e si trovava in trincea con altri soldati quando è stato colpito dall'esplosione di una bomba a mano che lo ha ucciso. Ongaro era nato 46 anni fa a Portogruaro, Venezia, e aveva raggiunto il Donbass nel 2015.

Da Portugruaro al Donbass

Ongaro, una vita non priva di problemi, era nel Donbass dal 2015, dopo aver lasciato in fretta l'Italia, formalmente come ricercato. Era stato implicato in una rissa in un bar di Portogruaro (Venezia), dove aveva colpito l'esercente con un calcio all'addome, scagliandosi alla fine anche contro un carabiniere. Concessi i termini a difesa, Ongaro era stato rimesso in libertà dal giudice in attesa del processo, ed era sparito. Da allora di lui erano arrivate solo notizie via social. Un periodo di permanenza in Spagna lungo tre anni dove, racconterà, ha «imparato molto sulla guerra civile spagnola». Poi in Donbass dove, già all'epoca, si era arruolato con i separatisti della brigata Prizrak, composta soprattutto da foreign fighter.

Per i filo-russi era diventato una specie di eroe, incurante di rischiare la vita sotto le bombe per combattere contro il governo di Kiev, e fianco «di tutti i civili neo-russi che hanno visto l'inferno in terra».

«Questo è il nostro giorno» aveva scritto quando Vladimir Putin aveva firmato in diretta tv il decreto col cui la Russia riconosceva l'indipendenza dall'Ucraina delle repubbliche del Donbass. Il suo nome di battaglia era «Bozambo», in ricordo di un partigiano della seconda guerra mondiale, e sosteneva che a spingerlo alla lotta con i ribelli filo russi delle repubbliche di Donetsk e Luhansk sarebbe stato il ricordo delle violenze inferte dai fascisti alla sua famiglia. Edy Ongaro ha perso la vita ieri nel villaggio di Adveevka, nella regione allargata di Donetsk, al confine nord. Secondo le prime informazioni, l'italiano si trovava in una trincea assieme ad altri soldati, quando è caduta una bomba a mano lanciata dalle forze nemiche. Ongaro si sarebbe lanciato con il corpo sull'ordigno, a protezione dei compagni, morendo all'istante. «Era un compagno puro e coraggioso, ma fragile - hanno scritto i suoi amici del Collettivo Stella Rossa - In Italia aveva commesso degli errori. In Donbass aveva trovato il suo riscatto».

 

In un'intervista poco dopo il suo arrivo si mostrava sicuro: «Non mi sento patriota, sono internazionalista e vicino agli esseri umani, i poveri, chi è uguale a me. Io liberamente non avendo nessuno peso sulle spalle penso che finchè il sangue scorrerà da qui non uscirò mai. La mia scelta è di restare qui». Con l'approssimarsi della guerra, sui social sottolineava il suo entusiasmo per la decisione di Putin, convinto di lanciarsi ancora contro "le forze nazifasciste" di Kiev. Fino all'ultima battaglia.

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