Travestiti da poliziotti derubavano gli anziani: banda di nomadi arrestata

Travestiti da poliziotti derubavano gli anziani: banda di nomadi arrestata
Travestiti da poliziotti derubavano gli anziani: banda di nomadi arrestata
di Elena Viotto
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Giovedì 18 Aprile 2019, 09:43 - Ultimo aggiornamento: 14:48

Derubavano gli anziani anche in provincia di Pordenone travestendosi da poliziotti e poi scappavano a tutta velocità su potenti auto camuffate con il car wrapping e dotate di targhe clonate. La banda di ladri è stata sgominata al termine di un'indagine condotta dalla polizia di Gorizia. La squadra mobile del capoluogo isontino, coadiuvata dall'omologo ufficio di Asti, ha dato esecuzione nei giorni scorsi a tre misure cautelari emesse dal gip del Tribunale di Gorizia nei confronti di altrettanti soggetti residenti nella cittadina piemontese, ritenuti responsabili di una serie di reati predatori commessi lo scorso anno in Friuli Venezia Giulia. Si tratta di tre uomini di 20, 42 e 65 anni, appartenenti a un gruppo di sinti residenti ad Asti, legati da stretti vincoli di parentela, già noti alle forze dell'ordine. Nei loro confronti sono state emesse le misure cautelari dell'obbligo di dimora con permanenza al domicilio dalle 22 alle 7 e obbligo di firma alla Polizia giudiziaria, applicate il 12 aprile.

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LA RAPINA Le complesse indagini della Squadra Mobile di Gorizia, diretta dal dirigente Claudio Culot, erano iniziate a seguito di una rapina commessa proprio nel capoluogo isontino il 26 febbraio 2018 ai danni di un'anziana che sorprese due sedicenti agenti di polizia a rubare nella sua abitazione. Vistisi scoperti, i finti poliziotti la minacciarono e le sottrassero beni di valore, sradicando anche una cassaforte dal muro. Dai primi accertamenti si giunse all'individuazione dell'autovettura con cui si sarebbero mossi i ladri, un'Audi A1 Sportback S1 di colore grigio chiaro, da 231 cavalli a trazione integrale, immortalata in ingresso a Gorizia alle 9.28 del mattino di quel giorno.

La stessa vettura, ma con targa differente, è poi risultata trovarsi a Grado già il pomeriggio precedente insieme a due camper, intestati a due donne appartenenti a un gruppo di sinti piemontesi già noti alle forze dell'ordine. Gli investigatori attribuiscono ai tre anche un furto messo a segno il 3 maggio in provincia di Udine, a Feletto Umberto, ai danni di un'anziana derubata da un uomo che era entrato nella sua abitazione insieme a un complice con la scusa di controllare il contatore del gas e aveva rubato denaro e preziosi in oro dalla camera della vittima. Anche in quel caso l'Audi A1 Sportback S1 grigia metallizzata giunse a Grado la sera prima con una targa diversa. Dopo il furto fu protagonista anche di un rocambolesco inseguimento a tutta velocità in autostrada.

NEL PORDENONESE Gli ultimi due furti attribuiti al gruppo sarebbero stati realizzati il 24 luglio a Pordenone e ad Aviano. La sera prima i due camper erano stati notati in transito a Bibione accompagnati da una Volkswagen Polo R6 di colore bianco, da 253 cavalli. Vettura che il giorno seguente, con targa clonata, partì proprio dalla località balneare veneta per compiere le razzie nella Destra Tagliamento. All'epoca vennero seguiti dagli investigatori della Squadra Mobile di Gorizia e perquisiti insieme ai colleghi di Venezia dopo il loro rientro ai camper. Furono così sequestrati 23.800 euro in contanti, preziosi, telefoni cellulari anche nuovi in confezione sigillata, ricetrasmittenti, torce elettriche, guanti e indumenti per il travisamento, clip per porta tesserino e un tesserino con la dicitura comandante di Polizia, Andrea De Marchi. Non molto distante dal luogo in cui sostavano i camper e l'autovettura, vennero rinvenuti e sequestrati alcuni sacchi di colore nero nascosti tra la vegetazione sull'argine del fiume Tagliamento. Al loro interno uno zaino con dischi da taglio e una smerigliatrice angolare, un piede di porco, un leverino, un cacciavite, prolunga elettrica, un dispositivo rilevatore di metalli e un berretto tipo da marinaio con soggolo in cordino giallo. L'operazione, cui hanno collaborato le Squadre Mobili di Trieste, Udine, Pordenone, Venezia ed Asti, non è chiusa.

 

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