Denise Pipitone, domani il giorno della verità. L'avvocato: «Chiederò a Olesya cosa ricorda»

Denise, domani il giorno della verità: in diretta tv il primo faccia a faccia con Olesya Rostova
Denise, domani il giorno della verità: in diretta tv il primo faccia a faccia con Olesya Rostova
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Lunedì 5 Aprile 2021, 00:38 - Ultimo aggiornamento: 11:19

Denise Pipitone, domani 6 aprile sarà il giorno della verità. Due gli eventi decisivi verso la risoluzione del giallo ventennale: il primo incontro faccia a faccia tra Olesya Rostova e l'avvocato di Piera Maggio e l'annuncio del gruppo sanguigno della ragazza russa. Due appuntamenti fondamentali per determinare se la ventenne apparsa alla televisione russa in cerca di sua madre sia o meno Denise Pipitone, la piccola scomparsa nel 2004 all'età di 4 anni a Mazara del Vallo.

Il primo faccia a faccia

Il primo confronto tra l'avvocato Frazzitta e la Rostova avverrà domani sera, in onda sull'emittente russa Primo canale, durante la trasmissione "Lasciali parlare". Proprio in quel programma dove la giovane aveva fatto il suo appello tra le lacrime. «A Olesya farò alcune domande per ricostruire la sua infanzia. Insieme ai risultati scientifici che avremo, le risposte della giovane ci aiuteranno a capire se si tratta di Denise o meno» ha detto l'avvocato della famiglia della piccola scomparsa. La Rostova sarà in studio, mentre l'avvocato Frazzitta sarà collegato in diretta da Marsala. «Al momento non abbiamo ancora avuto la possibilità di un contatto diretto con la giovane - spiega - e martedì sarà la prima volta che questo avverrà, in concomitanza con i risultati del gruppo sanguigno. A Olesya chiederò se ricorda i momenti antecedenti all'ingresso in orfanotrofio e, quindi, capire se le persone che l'hanno tenuta segregata fossero dei rom».

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La compatibilità del gruppo sanguigno

Determinante in questa vicenda, che ha riacceso i riflettori sul caso di Denise Pipitone, sarà la compatibilità del gruppo sanguigno di Olesya Rostova con quella di Denise. «Soltanto dopo, in caso si accerti la compatibilità, si procederà con il Dna», dice ancora l'avvocato.

Somiglianze e coincidenze arricchiscono questa ulteriore speranza di trovare Denise. Alcune foto mostrano tratti somatici simili tra Olesya, Piera Maggio e Piero Pulizzi, padre naturale della bimba scomparsa il primo settembre del 2004 a Mazara del Vallo. Numerose anche le coincidenze, a partire dall'età (4 anni) quando le due bambine sono state rapite. «Abbiamo fatto uno studio sul nome Olesya - aggiunge l'avvocato Frazzitta - e nella letteratura ucraina-russa è la protagonista di un romanzo che narra la storia di una giovane nipote che vive con la nonna ed è perseguita dalla comunità rurale fino a quando scompare. È un fatto curioso ma è solo un elemento suggestivo».

Intanto la mamma di Denise, Piera Maggio, ha fatto sapere negli scorsi giorni di non essere in partenza per Mosca. In un audio trasmesso dal programma "Chi l'ha visto", Piera dice «vogliamo rimanere con i piedi per terra, cautamente speranzosi ma senza illuderci più di tanto. Le segnalazioni passate ci hanno insegnato che le illusioni non portano a nulla: chiederemo l’esame del Dna, l’unica soluzione per fugare ogni dubbio. Vogliamo ringraziare chi ci sta vicino, ci fa capire quanta gente amano Denise e non l’hanno mai dimenticata».

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La storia di Olesya Rostova

La ragazza ha raccontato la sua storia in un programma russo raccontando di essere stata rapita da piccola. Trovata, quando aveva appena cinque anni in una stazione in compagnia di una nomade è stata poi affidata a un orfanotrofio. A colpire è la somiglianza con Piera Maggio. «Notevole», ammette il legale. Olesya Rostova, inoltre, ha la stessa età che avrebbe oggi Denise, ma non ricorda nulla della sua infanzia. «Sappiamo solo che non ha memoria del suo passato», dice ancora Frazzitta.

Barbara D'Urso ha mostrato alcuni stralci dell'intervista. Ecco le parole di Olesya Rostova: «Già quando avevo cinque anni avevo capito che ero sola. I nomadi mi dicevano che la mia mamma mi aveva portato in Ucraina con sé. Probabilmente ho 20 anni. Forse mi hanno battezzato nella chiesa dell'ospedale quando ero piccola». Poi l'appello in lacrime alla mamma naturale: «Mammina mia non ti ho mai dimenticato, ti ho sempre cercato. Sono viva, voglio sapere. Non so cos'altro dire ora».

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