«Ero in reparto, mi hanno avvertito alle 18. Il paziente era atterrato con l’elisoccorso, era stato stabilizzato ed erano stati eseguiti i primi esami, tra i quali la Tac. L’ho guardato ed ho deciso di operarlo immediatamente». Con queste parole, rilasciate in un'intervista al Corriere della Sera, il "neurochirugo Giuseppe Oliveri direttore del reparto di Neurochirurgia del Policlinico «Le Scotte»" racconta quando ha deciso di operare Alex Zanardi dopo il grave incidente di venerdì pomeriggio.
«Aveva traumi gravissimi alla testa - spiega il dottore - sanguinava molto, c’era un’emorragia in corso e in questi casi l’intervento deve essere immediato. Il sangue che fuoriesce aumenta la pressione del cranio e se non si ferma può determinare danni permanenti. È arrivato in ospedale con un trauma cranico facciale importante, con due ossa frontali fratturate e con affondamento delle stesse. L’incidente gli aveva provocato un fracasso facciale, cioè la rottura di tutte le ossa del volto».
Infine, un ultimo commmento, che concede qualcosa alla speranza: «le sue condizioni non sono irreversibili. Zanardi può farcela, ma la prognosi per ora non può essere sciolta».
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