Yara, oggi la Cassazione. Il Pg: «Confermare l'ergastolo a Bossetti», sentenza in tarda serata

Yara, oggi la Cassazione. Il Pg: «Confermare l'ergastolo a Bossetti», ma lui chiede perizia sul Dna
Yara, oggi la Cassazione. Il Pg: «Confermare l'ergastolo a Bossetti», ma lui chiede perizia sul Dna
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Venerdì 12 Ottobre 2018, 10:32 - Ultimo aggiornamento: 18:48

Oggi si chiude la storia di Yara Gambirasio, la 13enne di Brembate di Sopra scomparsa per mesi e poi trovata morta in un campo nel bergamasco. Per quell'omicidio il muratore Massimo Bossetti è stato condannato all'ergastolo in appello e quest'oggi arriverà l'ultima parola da parte della Corte di Cassazione: la prima sezione della Suprema Corte dovrà decidere se confermare la sentenza, annullare la condanna senza rinvio oppure accogliere le eccezioni sollevate dalla difesa e riaprire un nuovo processo. L'imputato, che si è sempre dichiarato innocente, tramite i suoi legali chiede da tempo una nuova perizia sul DNA

Si è conclusa attorno alle 18,30 l'udienza in Cassazione del processo a Massimo Bossetti per la morte di Yara Gambirasio. I giudici sono entrati in camera di consiglio e la decisione è attesa in tarda serata.

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OTTO ANNI FA ​È il 26 novembre 2010 quando della 13enne di Brembate di Sopra si perdono le tracce, tre mesi dopo (26 febbraio) il suo corpo viene trovato in un campo di Chignolo d'Isola, ma solo quattro anni più tardi scatteranno le manette per Bossetti. Contro di lui, per l'accusa, anche altri elementi: il furgone immortalato dalle telecamere vicino alla palestra e le fibre trovate sulla vittima compatibili con la tappezzeria del suo Iveco; le sferette metalliche sul corpo di Yara che rimandano al mondo dell'edilizia e l'assenza di alibi per l'imputato. Bossetti si difende e continua a dirsi innocente, ma venerdì per lui potrebbe essere l'ultima chance di essere creduto.

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LA PERIZIA SUL DNA «In questo processo è mancato il contraddittorio: la difesa non è stata ascoltata e Bossetti non ha potuto difendersi, perché non è mai stata disposta la perizia sul Dna», ha spiegato all'Adnkronos l'avvocato Claudio Salvagni. La traccia biologica trovata su slip e leggings della vittima attribuita a 'Ignoto 1' poi identificato nell'imputato, finito in carcere il 16 giugno 2014, è la «pistola fumante» per l'accusa, solo un «mezzo Dna contaminato» per gli avvocati Salvagni e Paolo Camporini.



L'ULTIMA PAROLA I giudici di due diversi gradi concordano nel ritenerla una «prova granitica», per i legali invece quella traccia «ha talmente tante criticità che sono più i suoi difetti che i suoi marcatori». Inoltre, l'assenza di mitocondriale va 'risolta' concedendo una perizia, non chiedendo «un atto di fede». Ai giudici della Cassazione spetterà valutare i 23 motivi (20 principali più tre aggiuntivi) contenuti nel ricorso di oltre 600 pagine firmato dai difensori in cui sono elencati tutti gli elementi in una lunga indagine.

AULA GREMITA Presenti in aula numerose persone, tra cui anche alcuni sostenitori di Bossetti, che hanno esposto in piazza Cavour uno striscione con su scritto 'Vogliamo la verità. Bossetti innocente'. Ma non ci sono i familiari dell'imputato né quelli di Yara. Il collegio della Cassazione è presieduto dal giudice Adriano Iasillo, la requisitoria sarà tenuta dalla sostituto pg Mariella de Masellis. Ricorre la difesa di Bossetti, con gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini, che hanno presentato - contro la sentenza pronunciata dalla corte d'assise d'appello di Brescia in 17 luglio 2017 - 23 motivi di ricorso, in 600 pagine, molti dei quali riguardano la formazione della prova principale, il dna. La procura generale ricorre a sua volta contro l'assoluzione di Bossetti per calunnia nei confronti di un collega.

Yara scomparve all'uscita della palestra, e il suo corpo venne trovato tre mesi dopo, il 26 febbraio 2011, in un campo a Chignolo d'Isola. Sul corpo furono travati tracce di biologiche, dalle quali i Carabinieri sono risaliti a un dna maschile, del cosiddetto Ignoto 1. Un dna simile a quello trovato mesi dopo su una marca da bollo di un uomo morto nel 1999, Giuseppe Guerinoni. Da qui l'intuizione che Ignoto 1 potesse essere un suo figlio illegittimo. Dopo lunghe e complesse indagini, con prelievi a tappeto sulla popolazione della zona, Massimo Bossetti è arrestato nel giugno 2014. A carico di Bossetti, oltre al dna, anche le riprese di una videocamera col furgone di Bossetti davanti alla palestra pochi minuti prima della scomparsa di Yara. Il muratore di Mapello si è sempre dichiarato innocente. 


LA MOGLIE ASSENTE La moglie di Massimo Bossetti, Marita Comi, non ha assistito alla requisitoria del procuratore generale della Cassazione nell'udienza che si sta celebrando davanti alla Prima Sezione penale. Secondo quanto si è appreso è rimasta a casa ad attendere l'esito del processo, come gli altri familiari. Il pg Mariella De Masellis ha citato la signora Comi parlando di un'intercettazione ambientale in carcere nella quale la donna metteva in dubbio il fatto che il marito non ricordasse quello che aveva fatto la sera del 26 novembre 2010 quando Yara scomparve a Brembate di Sopra, nel Bergamasco, in un luogo in prossimità del quale si trovava il suo furgone. «La scomparsa di questa ragazza - ha detto il pg, con riferimento al non ricordo di Bossetti - è stato un evento che ha colpito l'intera comunità.

Tutti si sono preoccupati della sua sorte. Tutti ci ricordiamo cosa stessimo facendo l'11 settembre 2001 durante il crollo delle Torri Gemelle. Il non ricordare, di fronte ad un evento di questo tipo, non è possibile». 

PG: CONFERMARE ERGASTOLO Non esiste un «ragionevole dubbio» sull'innocenza di Bossetti che «non ha avuto un moto di pietà e ha lasciato morire Yara da sola in quel campo». Così il sostituto pg della Cassazione Mariella De Masellis nella sua requisitoria nel processo a Massimo Bossetti nella quale ha chiesto la conferma dell'ergastolo per l'omicidio di Yara Gambirasio.  «Non ci sono altri aspetti che possono essere esplorati. In questo processo non c'è stata alcuna violazione del contraddittorio, garantito nei due gradi di giudizio, in 50 udienze», ha detto la pg de Masellis, replicando ai 23 motivi di ricorso della difesa di Bossetti. Ha quindi sottolineato che è stata «assolutamente corretta» l'attività di estrazione e repertazione«, »atti irripetibili e non differibili« compiuti quando il fascicolo risultava ancora a carico di ignoti e il nome di Bossetti non era nemmeno ipotizzabile. Il dna dell'uomo è stato prelevato attraverso l'alcol test, »è un prelievo non coattivo« a cui Bossetti »ha dato il consenso«.

»Il metodo del DNA nucleare - ha precisato - è consolidato e utilizzato fin dal 1985. Possiamo parlare di un'impronta genetica, un'evoluzione dell'impronta digitale, maggiormente identificativa della persona. Tanto che la stessa banca del dna tipizza il dna nucleare«, ha detto ancora de Masellis, che ha anche ricordato come l'analisi genetica indicasse »il colore degli occhi azzurro chiaro che è esattamente il colore degli occhi di Bossetti«. Secondo il magistrato è »una congettura da fantascienza« ritenere che siano stati utilizzati kit scaduti che abbiano dato un dna artificiale, anche perché nel caso »non avrebbero dato risultato«. In conclusione, de Masellis ha spiegato che »per dire che Bossetti è innocente dobbiamo dire che il dna di Ignoto 1 non è il suo, che Bossetti non è figlio di Guerinoni, che i Ris hanno modificato l'immodificabile, che è stata perseguita la necessità di trovare in Bossetti, una persona che nessuno conosceva, un capro espiatorio. Se tutto questo non lo possiamo dire non c'è ragionevole dubbio«.

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