Whistleblowing, via libera alle soffiate sul lavoro. Cantone: "Una norma di civiltà"

Whistleblowing, passa la legge: via libera alle soffiate sul lavoro. Cantone: "Una norma di civiltà"
Whistleblowing, passa la legge: via libera alle soffiate sul lavoro. Cantone: "Una norma di civiltà"
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Mercoledì 15 Novembre 2017, 15:32 - Ultimo aggiornamento: 17:06

Via libera definitivo dell'Aula della Camera alla legge sul Whistleblowing. Il testo sulla segnalazione di attività illecite nell'amministrazione pubblica o in aziende private da parte del dipendente che ne venga a conoscenza, integra la normativa sulla tutela dei lavoratori del settore pubblico che segnalino illeciti e introduce forme di tutela anche per i lavoratori del settore privato. I voti a favore sono stati 357, 46 i contrari (Fi e Di), 15 gli astenuti.

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Per chi segnala reati o irregolarità nel lavoro pubblico o privato, a partire da casi di corruzione, previste dalla legge approvata oggi a Montecitorio è prevista una tutela dell'identità oltre alla garanzia di nessuna ritorsione sul lavoro e tantomeno di atti discriminatori. In particolare, il dipendente, pubblico o privato, che segnala all'Autorità nazionale anticorruzione (ANAC), o denuncia all'autorità giudiziaria condotte illecite, di cui sia venuto a conoscenza grazie al proprio rapporto di lavoro, non possa essere sanzionato, demansionato, licenziato, trasferito o sottoposto ad altra misura organizzativa che potrebbe avere effetti negativi. Inoltre non hanno nessun valore eventuali atti discriminatori o ritorsivi adottati dal datore di lavoro. L'identità del segnalante non può essere rivelata. Spetterà al datore di lavoro dimostrare che le misure discriminatorie siano motivate da ragioni estranee alla segnalazione da parte del dipendente. 

BOLDRINI: UN PASSO AVANTI CONTRO ILLEGALITA' «L'approvazione in via definitiva della legge sul cosiddetto 'whistleblowing' - la tutela degli autori delle segnalazioni di reati - è un altro rilevante passo avanti del Parlamento nella lotta all'illegalità e in favore della trasparenza. Potranno essere d'ora in poi meglio garantiti coloro che, con grande senso civico, decidono di segnalare sui luoghi di lavoro comportamenti illeciti e casi di corruzione. È importante che il provvedimento abbia raccolto un larghissimo consenso tra le forze politiche, andando oltre le usuali contrapposizioni tra maggioranza e opposizione. Ed è molto positivo il fatto che la legge nasca anche dalle sollecitazioni di voci della società civile, da campagne di cittadinanza attiva che hanno trovato nelle Camere un ascolto attento». Lo afferma, in una nota, la Presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini.

CANTONE: UNA NORMA DI CIVILTA' La legge sul Whistleblowing è «una norma di civiltà», perché «chi segnala illeciti di cui è venuto a conoscenza sul luogo di lavoro non può essere lasciato solo». Così il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, commenta, interpellato dall'Ansa, l'approvazione della normativa per la tutela di chi segnala reati o irregolarità nel lavoro, pubblico o privato, a partire da casi di corruzione. Cantone esprime «particolare soddisfazione» per il voto definitivo della Camera sul ddl. 

Cantone aveva più volte segnalato nel corso dei suoi interventi pubblici l'importanza dell'istituto del whistleblowing, già ampiamente rodato soprattutto nei paesi anglosassoni, e aveva sollecitato l'approvazione di una legge che ne definisse i contorni. «Malgrado le condizioni per giungere a questo risultato sembrassero inizialmente molto difficili - osserva il presidente dell'Anac - il Parlamento ha dimostrato che quando in ballo ci sono valori irrinunciabili è possibile trovare una ampia e significativa convergenza fra le varie forze politiche, come conferma la larghissima maggioranza con cui è stato approvato il disegno di legge».

Quanto al provvedimento, Cantone ribadisce di considerarlo «una norma di civiltà». «Chi segnala illeciti di cui è venuto a conoscenza sul luogo di lavoro - afferma - non può essere lasciato solo, esposto al rischio di minacce, ritorsioni e perfino di perdere il posto, come a volte è tristemente accaduto. L'Autorità anticorruzione, alla quale la legge demanda gli accertamenti, si attrezzerà per far fronte a questo ulteriore compito». 

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