Covid, Pregliasco: «La variante Delta è tra noi, ma i numeri sono sottostimati»

Covid, Pregliasco: «La variante Delta è tra noi, ma i numeri sono sottostimati»
di Lorena Loiacono
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Mercoledì 16 Giugno 2021, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 19 Giugno, 07:07

Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università di Milano e direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano, in Italia la variante Delta fa paura?

«Sì. È presente e purtroppo temiamo che sia sottostimata perché non c’è una grossa quantità di sequenziamenti. In altre parole: non andiamo a cercarla e per questo i casi potrebbero essere molti di più di quelli che abbiamo individuato finora».

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Cosa si rischia?

«Il colpo di coda del virus, dobbiamo aspettarcelo ma dobbiamo anche saperlo affrontare».

Bisogna cambiare strategia?

«Bisogna evitare che prenda piede, sarebbe grave.

Quindi ancora una volta è fondamentale l’attenzione a due aspetti: il sequenziamento e il tracciamento».

L’Italia ha smesso di tracciare il virus?

«Ci sono stati periodi in cui era molto difficile, per la presenza di troppi casi. Ora invece possiamo farlo, siamo in grado e quindi dobbiamo farlo».

In Gran Bretagna cosa sta accadendo?

«Questa variante ha una maggiore capacità di diffusione e questo è un punto a suo favore. In Gran Bretagna si è deciso di andare avanti, di aprire e quindi è chiaro che con un maggior numero di contatti aumentano ulteriormente le probabilità di contagio».

Non era ancora il momento di aprire?

«Le aperture sono sempre rischiose ma sono dovute e volute. Non si può restare sempre con il freno a mano tirato. Dobbiamo quindi agire con il sequenziamento, il tracciamento e il vaccino».

In Inghilterra la vaccinazione non sta funzionando?

«È stata fatta una scelta diversa. Hanno deciso di ampliare la platea della prima dose, riducendo la seconda. Ma gli studi ci dicono che, contro la variante Delta, la seconda dose sembra essere molto efficace».

In Italia corriamo lo stesso rischio?

«In Italia si è deciso invece di mettere in sicurezza i fragili avviando le vaccinazioni con prima e seconda dose, poi sono state avviate le vaccinazioni a tutta la popolazione per fascia di età».

Crede nel mix di vaccini diversi?

«È un metodo già acclarato per altri vaccini, come quelli per l’infanzia e l’epatite. Anche per il Covid ci sono studi positivi, l’Ema dovrebbe esprimere un parere».

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