Pregliasco: «È una decisione politica dettata da pressioni sociali ed economiche. I contagi risaliranno»

Pregliasco: «È una decisione politica dettata da pressioni sociali ed economiche. I contagi risaliranno»
di Simone Pierini
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Mercoledì 21 Aprile 2021, 06:00

Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano: dal 26 aprile si riapre, che ne pensa?

«Una decisione necessaria per le problematiche psicologiche ed economiche conseguenti ai lockdown. Dal punto di visto di sanità pubblica noi tenderemo ad arrivare a un rischio zero in linea con maggio dell’anno scorso. Se vogliamo colmare le nostre carenze con un liberi tutti rischiamo un peggioramento. La politica fa una sintesi e una mediazione tra una serie di dinamiche conflittuali per trovare quell’approccio che dobbiamo sapere prevederà un prezzo da pagare».

Si parte con quasi 500mila positivi e oltre tremila persone in terapia intensiva.

«Non è come un anno fa, ma ora abbiamo maggiore capacità organizzativa di far fronte ai malati. Però è una presa in carico che deve vedere una responsabilità trasversale: fare presto con i vaccini, comportamenti d’attenzione continua dei cittadini e rigore sui protocolli da parte dei gestori delle attività che riaprono».

Ci saranno circa 13 regioni in giallo, che rischi corriamo?

«Una risalita di contagi nel giro di quindici giorni, anche prima di metà maggio».

I suoi colleghi sono divisi, lei da che parte sta?

«Crisanti e Galli sono sempre molto severi. Sul seguire la scienza e il limitato contagio all’aperto concordo con la professoressa Viola: anche lo scorso anno il caldo ha aiutato, come per tutti i virus respiratori anche se il Covid è più cattivo».

Si litiga sul coprifuoco: andrebbe mantenuto, cancellato o ritardato alle 23?

«Andiamo avanti guardinghi, uno step alla volta come avevamo fatto lo scorso anno.

Io in una prima fase lo manterrei e vediamo come girano le cose».

Il pass per lo spostamento tra regioni? Oltre al vaccino, basta il tampone 48 ore prima di muoversi?

«È un rischio per l’incubazione del virus, l’esempio è il focolaio nella Nazionale di calcio. È anche vero che se non siamo ancora in grado di offrire un vaccino a tutti come si fa? Se invece sono guarito e ho gli anticorpi va bene».

Ripartono le scuole, le Regioni denunciano difficoltà nel mantenere il distanziamento.

«È un problema enorme, si vuole correre questo rischio per venire incontro alle problematiche dei giovani e delle famiglie. Sicuramente non è stato fatto tutto il necessario per limitarlo».

Su Johnson & Johnson?

«Spero non ci sia la cacofonia comunicativa di Astrazeneca che ha fatto malissimo a quel vaccino. Anche in questo caso dipende dai dati: 6 casi su 7 milioni sono insignificanti. Fumare una sigaretta è 500 volte più a rischio trombosi».

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