Violentata e uccisa a 13 anni dai partigiani, l'Anpi nega la targa: "Giuseppina era fascista"

Violentata e uccisa a 13 anni dai partigiani, l'Anpi nega la targa: "Giuseppina era fascista"
Violentata e uccisa a 13 anni dai partigiani, l'Anpi nega la targa: "Giuseppina era fascista"
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Venerdì 15 Settembre 2017, 20:48
L'unica colpa di Giuseppina Ghersi fu quella di aver scritto a 13 anni un tema in favore di Mussolini e la pena che le fu comminata in maniera sommaria fu terribile: fu violentata, presa a calci, umiliata e poi giustiziata dai partigiani, il 30 aprile 1945, a Noli (Savona).





Per questo motivo l'amministrazione comunale, su proposta di un consigliere di centro-destra figlio di partigiani, ha deciso di omaggiare la memoria di una vittima innocente della guerra con una targa. «Ho pensato che dobbiamo fare qualcosa per ricordare lei, non chi ha combattuto dalla parte sbagliata», ha spiegato il consigliere comunale Enrico Pollero.





Fin qui nulla di strano, se non fosse che la reazione della divisione provinciale dell'Anpi alla notizia è stata decisamente inaspettata e lascia sotto choc. «Non si dovrebbe omaggiare una fascista con una targa» - ha commentato il segretario Samuele Rago - «La pietà per una giovane vita stroncata non allontana la sua responsabilità per aver scelto di fiancheggiare e schierarsi con i nazifascisti che tanto dolore hanno portato in tutta la provincia di Savona».

Poco dopo, come riporta l'Huffington Post, Rago è riuscito a dire anche di peggio: «La violenza sessuale, che oggi appare incomprensibile, va contestualizzata in un clima di guerra e in un periodo risalente a oltre 70 anni fa». Dopo queste dichiarazioni, alcune sezioni dell'Associazione Nazionale Partigiani Cristiani si è nettamente dissociata: «Non possiamo condividere l'ostilità a una iniziativa, come quella del Comune di Noli, che si limita a rendere la dovuta memoria a una vittima innocente degli eccessi della guerra di Liberazione».
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