Il vescovo di Noto insiste: «Babbo Natale prodotto degli ipermercati. Ecco perché ho detto quelle cose»

Lo scambio dei doni ben poco ha a che vedere con il vero spirito natalizio

Dopo la frase social sul vescovo di Noto, ora interviene lui per replicare
Dopo la frase social sul vescovo di Noto, ora interviene lui per replicare
3 Minuti di Lettura
Sabato 11 Dicembre 2021, 11:10 - Ultimo aggiornamento: 12:04

Il vescovo di Noto nella bufera mediatica. Dopo la frase di inizio settimana, divenuta ormai famosa, «Babbo Natale non esiste», il monsignor Antonio Staglianò è stato preso d'assalto dai giornalisti. «In realtà io questo non l'ho mai detto – puntualizza Staglianò a Fanpage.it –. Ho fatto un discorso più lungo per spiegare la differenza tra le figure reali e le figure inventate, immaginarie. E poi, se vogliamo dirla tutta, quando io ho chiesto ‘Sapete chi ha inventato Babbo Natale?', è stato il sindaco a prendere la parola e a dire ‘La Coca Cola‘».

Leggi anche - Il vescovo di Noto choc: «Babbo Natale non esiste». Bambini sconvolti, bufera social

Per lui, il senso delle parole espresse dal pulpito della basilica della città barocca è chiaro: «Babbo Natale è un prodotto dell'ipermercato» termine che il vescovo usa col significato di «società dei consumi», più o meno.  Aggiunge: «È che io ho toccato l'ipermercato, una figura con la quale tanta gente fa i soldi. E questo non è permesso». Parole che hanno però suscitato l'ira dei genitori presenti in chiesa: «Forse convinti di infrangere un sogno che i bambini, mi pare, neanche avessero.

In molti mi hanno detto, dopo, che sapevano già che Babbo Natale è il papà o lo zio». 

Lo scambio dei doni ben poco ha a che vedere con il vero spirito natalizio, come afferma: «La figura di Babbo Natale, ho spiegato ai bambini, è ispirata a quella veramente esistita di San Nicola da Mira, aggiunge il prelato a questa testata. E San Nicola, a differenza di Babbo Natale, non faceva distinzioni tra bambini ricchi e bambini poveri. Babbo Natale visita solo le case dei bimbi che hanno dei genitori che possono permettersi di comprare loro un regalo. Ricordo che quand'ero bambino un anno non visitò casa mia, perché quell'anno mio padre non lavorava».

E puntualizza: «Ho detto quello che ho detto per invitare i bambini, semmai, ad aprire il loro cuore. A chiedere che i doni andassero anche a chi non ha le risorse per acquistarli – continua don Staglianò – Non è che, forse, stiamo perdendo il senso delle parole, dei simboli e delle azioni che da cristiani, cattolici, dovrebbero essere il senso del Natale?».

© RIPRODUZIONE RISERVATA