Vaccino, l'infettivologo Vella: «All'esercito dei guariti basta una sola dose»

Vaccino, l'infettivologo Vella: «All'esercito dei guariti basta una sola dose»
Vaccino, l'infettivologo Vella: «All'esercito dei guariti basta una sola dose»
di Simone Pierini
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Mercoledì 10 Marzo 2021, 05:01 - Ultimo aggiornamento: 14:00

Il ministero della Salute ha deciso: una sola dose di vaccino a chi ha avuto il Covid ad almeno tre mesi di distanza dalla documentata infezione e preferibilmente entro i sei mesi dalla stessa. Due dosi invece a soggetti con condizioni di immunodeficienza a prescindere dall'aver contratto il virus. Una strategia sposata anche dall'infettivologo Stefano Vella, docente di Salute Globale all'università Cattolica di Roma e presidente Aifa dal 2017 al 2018.


Una sola dose ai guariti, è sufficiente?
«È scientificamente corretto. La prima dose l'hanno avuta naturale dopo la malattia con gli anticorpi che hanno sviluppato. Hanno già una discreta immunità».

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Cosa avviene con una sola dose?
«È come un richiamo. Farne due per loro sarebbe come farne tre. Sono già protetti adesso e lo saranno ancora di più dopo questa dose».


Come reagisce il corpo se si ha già anticorpi?
«È una risposta da Nobel (ride, ndr). Diciamo che è come per il tetano: se un bambino si fa male ti fanno il vaccino, non ti fanno un test per capire quanti anticorpi hai, si fa e basta. Diciamo che è una pompatura in più, non ci sono rischi».


Con l'indicazione dai 3 ai 6 mesi restano esclusi i guariti della prima ondata.
«La scelta dipende dal fatto che dopo un po' di tempo l'immunità potrebbe sparire e sia utile un ciclo completo di due dosi.

Personalmente credo che loro siano ancora protetti, è stata scelta una linea di massima cautela».

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Si poteva dilatare oltre sei mesi per sfruttare i vaccini su chi non è protetto?
«C'è da dire che ora le consegne di dosi stanno aumentando e non penso ci sarà più un problema di carenza di vaccini. Ritardare solo per risparmiare dosi è inutile».


I soggetti con immunodeficienza dovranno farne comunque due.
«Sono soggetti con sistema immunitario debole, è come se tu fossi assettato nel deserto: devi bere e devi avere tanta acqua. Se il sistema immunitario non funziona come dovrebbe è bene fare la vaccinazione completa».


Con le varianti a cosa stiamo andando incontro?
«Bisogna scovarle, sequenziare e isolare subito le zone. Prima o poi sarà la variante inglese a comandare, ma sicuramente non ostacola i vaccini. Aumenteranno i casi ma non creerà problemi alla campagna vaccinale».


I contagi stanno aumentando velocemente.
«Bene le misure rafforzate con zone rosse e arancioni scuro. Dove salgono molto bisogna chiudere a macchia di leopardo sperando che basti. Ma bisogna sparare i vaccini a manetta e creare la barriera al virus. Dobbiamo isolarlo».
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