Vaccino a De Luca, il chirurgo del Cotugno: «La sua fiala doveva essere la mia. Ma non è l'unico»

Vaccino a De Luca, il chirurgo del Cotugno: «La sua fiala doveva essere la mia. Ma non è l'unico»
Vaccino a De Luca, il chirurgo del Cotugno: «La sua fiala doveva essere la mia. Ma non è l'unico»
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Martedì 29 Dicembre 2020, 20:58

Continuano le polemiche sul vaccino anti coronavirus al Governatore della Campania Vincenzo De Luca, che non rientrava tra coloro da vaccinare nei primi giorni, ma che ha deciso lo stesso di farsi iniettare la prima dose del vaccino Pfizer appena arrivato. In un'intervista al quotidiano Il Mattino, il chirurgo dell'ospedale Cotugno Luigi Ricciardelli, 51 anni, da 13 in servizio nella stessa azienda, ha dato la sua opinione sul caso, da "primo degli esclusi" del vaccino. La dose di De Luca, dice Ricciardelli, doveva essere sua «o di un altro collega in fila o di un infermiere. Non ne faccio una questione personale».

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«Sono stato il primo a operare un paziente colpito dal coronavirus al Cto, durante la prima ondata della pandemia, e assicuro consulenze mediche anche al pronto soccorso del Cotugno e dello stesso Cto. Ma non perché più bravo, solo per dovere: fanno lo stesso altri professionisti. Io sono uno dei tanti, non un eroe», ha aggiunto nell'intervista a Maria Pirro del Mattino. «De Luca ha una personalità forte, qualsiasi sua decisione credo avrebbe scatenato reazioni», ha specificato.

Ma oltre a De Luca, anche altri sono stati inseriti con criteri diversi dalla 'prima linea', spiega Ricciardelli: «Secondo le raccomandazioni del ministero della salute, pubblicate sul sito istituzionale, il vaccino avrebbe dovuto essere somministrato esclusivamente a medici e infermieri e ospiti delle residenze sanitarie assistenziali e, io ritengo, in particolare agli operatori in servizio nei Covid Center, in rianimazione, in chirurgia, in pneumologia, al pronto soccorso e in infettivologia, e non anche a dipendenti o dirigenti amministrativi». «Sia chiaro: anche loro hanno diritto alla fiala, al secondo giro a mio avviso, in quanto non hanno contatti diretti con gli ammalati».

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