Vaccino anti Covid agli amici: indagato medico a Cosenza. Al telefono diceva: «Porta chi vuoi, pure il gatto...»

Vaccino anti Covid agli amici: indagato medico a Cosenza. Al telefono diceva: «Porta chi vuoi, pure il gatto...»
Vaccino anti Covid agli amici: indagato medico a Cosenza. Al telefono diceva: «Porta chi vuoi, pure il gatto...»
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Giovedì 14 Gennaio 2021, 09:32 - Ultimo aggiornamento: 14:55

Un medico dell'Azienda sanitaria di Cosenza in servizio, Vincenzo Cesareo, direttore sanitario dello Spoke Ospedaliero di Cetraro-Paola, è indagato dalla Procura di Paola per avere somministrato indebitamente il vaccino anti Covid 19 a suoi amici e per aver sottoposto illegittimamente soggetti a lui vicini a tamponi per l'individuazione del virus nelle strutture che dirige. L'indagato - che secondo le indagini dei carabinieri del Nas di Cosenza si è anche appropriato di presidi medici ospedalieri che poi dispensava a conoscenti - è stato anche raggiunto da una interdizione dal lavoro per 12 mesi perché usava a fini personali l'auto di servizio. 

Sono almeno quattro le dosi di vaccino contro il Covid 19 somministrate da Cesareo, che è indagato anche per aver sottoposto illegittimamente soggetti a lui vicini a tamponi per l'individuazione del virus nelle strutture pubbliche da lui dirette.

Al medico, i carabinieri del Gruppo Tutela Salute di Napoli hanno notificato stamani l'ordinanza interdittiva.

«Porta vuoi, il tampone lo facciamo pure ai gatti»

 

«Porta chi vuoi che gli facciamo il tampone a tutti...pure ai gatti»: è questa una delle frasi pronunciate da Vincenzo Cesareo, dirigente medico e direttore sanitario dello Spoke Ospedaliero di Cetraro-Paola. Le indagini, condotte dai carabinieri del Nas di Cosenza, diretti dal maggiore Vincenzo Pappalardo, sotto la direzione del procuratore di Paola Pierpaolo Bruni, sono durate oltre 10 mesi e sono partite per l'utilizzo improprio, secondo l'accusa, dell'auto aziendale in uso al presidio ospedaliero diretto da Cesareo per fini personali.

Il medico, tra l'altro, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, nei suoi spostamenti sarebbe riuscito anche a passare indenne dai posti di blocco istituiti per il rispetto delle norme anti Covid dichiarando di essere in servizio per eseguire tamponi a domicilio. Al momento è in corso l'acquisizione di registri, documenti e altro materiale dal quale si evincerebbe la somministrazione di vaccini a persone vicine al dirigente medico, che avrebbe inoculato almeno quattro dosi di ad altrettante persone non appartenenti alle categorie previste dalle linee guida del ministero della Salute.

La Procura, visti gli elementi raccolti, aveva chiesto l'arresto di Cesareo, ma il gip ha ritenuto idonea la sola sospensione dell'attività lavorativa per 12 mesi, per mettere fine alla condotta illecita. «Lavoriamo con serenità - ha detto il procuratore di Paola Pierpaolo Bruni - senza fare guerra a nessuno. In Procura c'è un gruppo di colleghi eccellenti che lavorano a questo tipo di reati. Si tratta di tutelare i cittadini. Avevamo chiesto l'arresto considerata la gravità della condotta, ma il gip non ha ritenuto di accogliere la richiesta, pur parlando di una gravità rilevante delle condotte». 

Il medico sotto accusa

Il provvedimento, emesso dal gip su richiesta del procuratore di Paola Pierpaolo Bruni, è stato notificato al medico dai carabinieri del Gruppo Tutela Salute di Napoli ed è giunto nell'ambito di un'indagine svolta dal Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Cosenza. Sono in corso perquisizioni domiciliari oltre che acquisizioni documentali negli uffici della Pubblica Amministrazione. Il provvedimento è stato adottato in quanto il medico è accusato di peculato. Inoltre è indagato per truffa, falso in atti pubblici e turbata libertà nella scelta del contraente, oltre che per ulteriori ipotesi di peculato aventi ad oggetto farmaci ed altri presidi medici ospedalieri.

 

Le indagini, andate avanti per 10 mesi con intercettazioni telefoniche ed ambientali, oltre che a servizi di osservazione e pedinamento, hanno consentito agli investigatori di accertare una serie di condotte di peculato dell'auto aziendale con la quale, secondo l'accusa, il professionista avrebbe, tra l'altro, accompagnato amici e parenti in aeroporto, si è recato a fare acquisti al centro commerciale Ikea di Salerno, avrebbe portato a pranzi e cene, anche fuori regione, i propri familiari ed altri soggetti a lui legati da vincoli personali. Nel corso delle indagini è anche emerso che il medico avrebbe effettuato indebitamente, sin da giugno 2020, tamponi molecolari per la ricerca del Covid19 a beneficio di numerosi soggetti a lui vicini. Infine avrebbe anche effettuato l'indebita vaccinazione contro il virus su persone a lui legate da rapporti amicali. 

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