Vaccino, Astrazeneca: «Funziona, produce anticorpi negli anziani». L'Irbm Pomezia: «Dosi per tutti entro giugno»

Vaccino, Astrazeneca: «Funziona, produce anticorpi negli anziani». L'Irbm Pomezia: «Dosi per tutti entro giugno»
di Domenico Zurlo
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Martedì 27 Ottobre 2020, 05:01 - Ultimo aggiornamento: 08:14

Mentre l'Italia fa i conti con la seconda ondata, per sconfiggere il coronavirus c'è una speranza dal vaccino sviluppato dall'università di Oxford in collaborazione con AstraZeneca, le cui dosi saranno prodotte in Italia dalla Irbm di Pomezia. I primi risultati dei test in corso stanno infatti mostrando una forte risposta immunitaria negli anziani, la categoria più ad alto rischio e con alta mortalità in caso di contagio da Covid-19.
Il vaccino, ha spiegato il Financial Times citando due persone vicine alla sperimentazione, innesca gli anticorpi protettivi e le cellule T nei gruppi di età più avanzata. «Le risposte immunitarie sono simili tra i più anziani e i più giovani e la reattogenicità è inferiore nei più anziani, dove la gravità della malattia Covid-19 è maggiore», ha detto alla Reuters un portavoce di AstraZeneca, che parla di «risultati incoraggianti».

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Quanto ai tempi, non è inverosimile pensare alle prime dosi addirittura per Natale, come auspicato domenica dal premier Conte: «Incrociando le dita, se si arriverà alla fine della sperimentazione di fase 3 entro dicembre senza casi avversi, entro fine anno arriveranno i primi 2-3 milioni di dosi di vaccino» ha detto Piero Di Lorenzo, presidente dell'Irbm, secondo cui entro giugno 2021 «tutti quelli che vorranno vaccinarsi in Italia potranno farlo». «Ho visto una statistica dell'Istat, prevede che il 75% degli italiani è pronto a vaccinarsi: è ragionevole che il 75% degli italiani entro giugno 2021 sia vaccinato».


L'eventualità di un vaccino disponibile in tempi brevi vedrà dunque la necessità impellente di un piano vaccinale tempestivo, ha ammonito il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) che ha chiesto che i Paesi europei identifichino per tempo i gruppi prioritari da vaccinare suddividendoli su più livelli, poiché nella fase iniziale l'accesso sarà limitato. «La distribuzione del vaccino dovrà essere ottimizzata subito, per far sì che sia assicurato a chi ne ha più bisogno», ha sottolineato la direttrice dell'Ecdc Andrea Ammon. Priorità dunque, verosimilmente, prima agli anziani e ai più esposti (come chi lavora in ambito sanitario) nelle aree geografiche a maggior incidenza, per poi distribuire il vaccino per controllare i focolai attivi.
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