Vaccini, il piano dell'Italia per uscire dalla pandemia. Speranza: «202 milioni di dosi in arrivo»

Covid, il piano dell'Italia per uscire dalla pandemia. Speranza: «202 milioni di dosi di vaccino»
Covid, il piano dell'Italia per uscire dalla pandemia. Speranza: «202 milioni di dosi di vaccino»
di Simone Pierini
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Mercoledì 2 Dicembre 2020, 08:13 - Ultimo aggiornamento: 10:18

Il piano per uscire dalla pandemia. Oltre duecento milioni (202) di dosi di vaccino anti Covid disponibili per l’Italia dal primo trimestre 2021. Una luce in fondo al tunnel - annunciata dal ministro della Salute Roberto Speranza in riunione a Palazzo Chigi con i Capigruppo della maggioranza - che passerà per forza di cose dall’approvazione delle autorità internazionali (La Fda per gli Stati Uniti e l’Ema per l’Europa). Il vaccino dell'azienda Pfizer - che insieme a Moderna e AstraZeneca attendono il via libera - arriverà «tra il 23 e il 26 gennaio» e le dosi «andranno ai 300 punti individuati, che sono direttamente gli ospedali», ha detto il ministro. Da quel momento si parte col piano - che verrà presentato oggi alle Camere - stilato insieme al commissario per l’emergenza Domenico Arcuri. «Ogni dose, in base alle conoscenze attuali ha bisogno di richiamo e non sappiamo di quanto ci sia immunità», ha spiegato Speranza.

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IL PIANO Le vaccinazioni di massa avverranno utilizzando grandi spazi pubblichi, palestre, spazi aperti fiere.

La distribuzione del vaccino sarà interamente statale: la gestione sarà centralizzata e il vaccino sarà distribuito secondo decisioni mediche e scientifiche. Per il vaccino Pfizer c’è il tema della temperatura di conservazione e per questo Arcuri ha parlato di trecento postazioni di distribuzione allestite con la capacità di mantenerlo a -75 gradi. 


SICUREZZA GARANTITA Dei vaccini vicini al traguardo - nonostante i tempi brevissimi - nessuno avrà alcuna deroga ai meccanismi di valutazione di sicurezza ed efficacia. Lo ha ribadito anche ieri in conferenza stampa il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro. Intanto l’Ema - che ha ricevuto le richieste di autorizzazione anche dal vaccino Oxford AstraZeneca - ha ammesso che «farà tutto il possibile per arrivare ad una decisione molto rapida» che potrebbe giungere, compresa la consultazione degli Stati membri in comitato, nel giro di un «paio di giorni» dopo il via libera dell'Agenzia Europea per i Medicinali. 

I DATI DI IERI Ancora 785 morti in un giorno, tantissimi. Ma - per la prima volta da un mese a questa parte - l’inizio di questa settimana ha mostrato una lieve decrescita. Un timido segnale di come la coda dei decessi possa aver iniziato a seguire la discesa del contagio. In due giorni sono infatti 1.457 le vittime da coronavirus, 26 in meno rispetto agli stessi giorni della scorsa settimana. Nello stesso confronto sono invece undicimila i contagi in meno (ieri ne sono stati registrati 19.350 con 182.100 tamponi) a conferma della flessione costante avviata già da un paio di settimane che ha portato il rapporto tra positivi e tamponi al 10% e tra positivi e casi testati al 22,7%. Importante anche il contro sorpasso tra guariti (con i 27mila di ieri ora sono 784.595) e attualmente positivi (779.945, in calo di 8.526 unità in un giorno). Sono 3.663 i malati in terapia intensiva (-81 rispetto a lunedì) e 32.811 i ricoverati in reparti ordinari (-376). Scende anche il numero di persone in isolamento domiciliare che ora sono 743.471 (-8.069). Nel dettaglio delle regioni oltre alla Lombardia (che ha registrato altri quattromila contagi e 249 morti), sopra i duemila casi in un giorno c’è solo il Veneto.

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