Per il legale che assiste i familiari, Matteo Mion, è proprio il referto di ingresso in ospedale dell'uomo a inchiodare l'Usl 6 alle sue responsabilità, sottolineando che al momento del ricovero Zaramella esprimeva «ripetuti pensieri di omicidio-suicidio». «Quell'uomo chiese espressamente di essere ricoverato - rileva il legale - perché non riusciva più a sostenere il peso dell'assistenza che da anni prestava alla moglie malata».
A supporto della richiesta economica Mion ha prodotto un documento con il quale Zaramella un mese prima dell'omicidio aveva chiesto che la moglie venisse accolta in una struttura di assistenza non riuscendo più a seguirla.