Uccise l'amico per un rito satanico, Oskar Kozlowski suicida in carcere

La scorsa estate la vittima è stato il suo migliore amico

Uccise l'amico per un rito satanico, Oskar Kozlowski suicida in carcere
Uccise l'amico per un rito satanico, Oskar Kozlowski suicida in carcere
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Mercoledì 18 Maggio 2022, 12:15 - Ultimo aggiornamento: 19 Maggio, 12:21

Oskar Kozlowski, il 23enne polacco che la scorsa estate uccise il suo migliore amico, Maxim Zanella, durante un rito satanico, si è ucciso in carcere. L'omicidio era avvenuto il 27 luglio scorso a Brunico (Bolzano): il 23enne uccise l'amico 30enne a coltellate, senza motivo, in una stanza buia, illuminata solo da una candela.

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Oskar Kozlowski, suicida il 23enne che uccise l'amico per un rito satanico

Oskar Kozlowski, operaio in un colorificio e appassionato di esoterismo e satanismo, dopo l'omicidio aveva spiegato al pm: «Non so perché l'ho fatto, ma ho sempre desiderato uccidere qualcuno in questo modo. Era il mio sogno». Lo aveva dichiarato con freddezza e distacco, e non ci volle molto per risalire alla pista satanica: il 23enne polacco aveva un tatuaggio sul gomito con la scritta '666', si infliggeva tagli, e sui social pubblicava contenuti con riferimenti alla morte, alla violenza e al diavolo. Subito dopo l'omicidio, nella casa della vittima, a Brunico, i carabinieri avevano trovato la candela e il teschio insanguinato usati per il rito. Già da tempo, il 23enne aveva confessato di pensare al suicidio.

Non sono ancora note le modalità con cui si è tolto la vita in carcere.

Maxim Zanella, chi era la vittima del polacco suicida

Maxim Zanella, di origini russe, era stato adottato da una famiglia italiana. Il padre adottivo è presidente provinciale del Club Alpino Italiano, mentre Maxim lavorava come bagnino nella piscina comunale coperta. Proprio il padre, dopo l'omicidio, aveva parlato così del figlio: «In passato aveva fatto qualche fesseria ma nulla di grave, un semplice oltraggio. Non credo avesse una doppia vita. Il teschio lo aveva acquistato per gioco e le ossa le aveva trovate in un bosco. Erano le 22 e ci aveva augurato la buonanotte, non sapevamo cosa sarebbe successo». Il 30enne non aveva alcun interesse al satanismo, la sua unica 'colpa' era quella di essere amico e vicino di casa di Kozlowski. Le indagini hanno cercato di ricostruire cosa fosse accaduto: il polacco aveva convinto l'amico a partecipare a un rito satanico e Maxim Zanella, incuriosito, aveva messo a disposizione la propria casa, senza sapere che avrebbe trovato la morte. Maxim, una volta accoltellato, avrebbe provato ad opporre resistenza e ne sarebbe nata una colluttazione, in cui seguirono altre coltellate. Solo una volta giunto in pronto soccorso, per farsi medicare il polso ferito per versare il sangue, Kozlowski confessò l'omicidio.

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