Uccide il papà col mattarello, la madre lo difende: «Era violento, diceva che mi avrebbe ammazzata»

Uccide il papà col mattarello, la madre lo difende: «Era violento, diceva che mi avrebbe ammazzata»
Uccide il papà col mattarello, la madre lo difende: «Era violento, diceva che mi avrebbe ammazzata»
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Mercoledì 12 Agosto 2020, 12:10
Ieri un uomo di 68 anni, Pasquale Scalamandrè, è stato ucciso dal figlio 28enne Alessio al culmine di una lite in casa a cui ha assistito anche il fratello di vent'anni: oggi la moglie di Pasquale e madre di Alessio, Laura Di Santo, 55 anni, difende il figlio. «Ho letto che parenti e amici dipingono Pasquale come una bravissima persona, assolutamente non violenta. Non era così», le sue parole.

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L'uomo ucciso aveva il divieto di avvicinarsi alla moglie e ai figli ma l'altro notte si è recato in casa loro a Genova per chiedere di ritirare la denuncia contro di lui. «Sopportavo per i figli - ha detto ancora la moglie - ma lui diceva che ero sua e che mi avrebbe ammazzata». Intervistata dai quotidiani di Genova in una località della Sardegna dove vive in stato di protezione, la donna ha sottolineato: «Troppo facile giudicare da fuori. Lo so io quello che hanno passato i miei figli in questi anni. E so anche come mio marito perdesse la testa quando vedeva uno dei suoi figli reagire».

L'HA UCCISO COL MATTARELLO Era fissato il 30 settembre il processo per maltrattamenti in famiglia che vedeva imputato Pasquale Scalamandré, l'ex autista di bus pubblici di 62 anni, ucciso lunedì sera dal figlio Alessio a colpi di mattarello. Per questo l'uomo ieri sera aveva voluto incontrare il figlio maggiore nell'abitazione da cui era stato allontanato con provvedimento del giudice a gennaio: voleva convincerlo a modificare la sua testimonianza in vista dell'udienza.

Solo Alessio e la madre avevano sporto denuncia e forse anche per questo Simone, il figlio minore, era rimasto in disparte ieri sera durante la lite: solo negli ultimi istanti è intervenuto per separarli ma ormai la tragedia si era consumata. Tutto è successo in pochi attimi: il padre è entrato nella casa in cui non doveva entrare e ha, secondo quanto affermato da Alessio, aggredito il ragazzo. Lui ne ha avuto paura: per questo si è difeso con quello che ha trovato. Nel lungo interrogatorio il ragazzo, assistito dall'avvocato Luca Rinaldi, ha spiegato agli inquirenti che alla richiesta insistente del padre di cambiare alcuni passaggi delle sue dichiarazioni lui aveva fermamente detto no: «Hai rovinato la vita della mamma - gli avrebbe risposto -, ho detto solo la verità».

Poi il padre si è scagliato contro di lui. Alessio a quel punto ha afferrato un mattarello e lo ha colpito più volte, fino ad ucciderlo. Poi ha lasciato cadere il pesante attrezzo vicino al cadavere del padre. Quando i due ragazzi hanno capito che il padre era morto si sono abbracciati, rimanendo immobili in lacrime. Alessio a quel punto ha preso il cellulare e ha chiamato la polizia: «Ho litigato con mio padre - ha detto all'operatore che ha risposto - l'ho colpito e non si muove più».

Nell'appartamento gli investigatori della squadra mobile hanno trovato mobili e suppellettili rovesciati a riprova di una violenta colluttazione. Il ragazzo adesso è rinchiuso nel carcere di Marassi, accusato di omicidio pluriaggravato dal vincolo parentale mentre il fratello è stato denunciato a piede libero.
L'udienza di convalida non è ancora stata fissata, ma si terrà probabilmente giovedì. L'avvocato Luca Rinaldi chiederà la custodia cautelare ai domiciliari, visto che il ragazzo è incensurato: «Non è un violento e non esiste il pericolo di reiterazione del reato» spiega il legale. La madre dei ragazzi, che al momento della tragedia si trovava in una struttura protetta per donne maltrattate fuori regione, sta rientrando a Genova. 
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