Tumore al seno, il chirurgo plastico Giulio Basoccu: «La profilassi è la nostra arma migliore»

Tumore al seno, il chirurgo plastico Giulio Basoccu: «La profilassi è la nostra arma migliore»
Tumore al seno, il chirurgo plastico Giulio Basoccu: «La profilassi è la nostra arma migliore»
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Venerdì 1 Ottobre 2021, 14:55

È iniziato il mese della prevenzione del tumore al seno e il noto chirurgo plastico Giulio Basoccu sottolinea l'importanza dei controlli anche in giovane età: «La profilassi è la nostra arma migliore». Secondo i dati del Ministero della Salute ogni anno in Italia 1 donna su 9, a prescindere dall'età, è colpita da un tumore al seno che è il più frequente rappresentando il 30% di tutte le neoplasie.

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Una donna alla quale viene diagnosticato un tumore al seno deve seguire un percorso complesso che può concludersi con la ricostruzione mammaria, di fondamentale importanza perché correlata con la qualità di vita e la funzione relazionale e affettiva. La ricostruzione mammaria promuove una ri-significazione del vissuto di malattia e un re-investimento, perché un seno che piace contribuisce a riappropriarsi della propria femminilità e autostima. Essa offre un supporto concreto alla psiche facilitando l’integrazione e l’elaborazione della malattia.

Sebbene sia asssolutamente corretto concentrarsi sulla cura e la risoluzione della malattia, dando importanza all’aspetto “ricostruttivo”, necessario è soffermarsi sulle fasi precedenti. Ecco perché diventa fondamentale l'attività sia di prevenzione che di educazione. «La prevenzione deve partire dalle madri: mi piacerebbe ci fosse tra le giovanissime una cultura sull’importanza della prevenzione acquisita prima di tutto in famiglia.

Troppo spesso si commette lo sbaglio di rimandare nel tempo l’età dei controlli routinari. Errore gravissimo. La prevenzione appartiene a tutte le età. Ci sono naturalmente fasce più esposte al rischio, ma è già da piccole che le ragazze devono sapere in quale direzione andare».

Secondo una recente indagine condotta da Senonetwork su 66 Breast Unit, se si confrontano i primi semestri del 2020 e del 2019 i casi di tumore al seno trattati in sala operatoria sono diminuiti di oltre il 30% nel 42% delle strutture, mentre le ricostruzioni immediate post-mastectomia sono calate di oltre il 30% in circa il 20% dei dipartimenti ospedalieri.

Numeri che sono conseguenza del Covid e che hanno costretto molte donne a rivolgersi alle strutture private per accorciare l’attesa, ma anche per ottenere una prestazione che restituisca loro dignità, con tempi e modalità indispensabili per chi ha vissuto con grande disagio un periodo buio della propria vita: «La ricostruzione mammaria gioca una parte fondamentale per quelle donne che hanno superato la malattia ma faticano ad elaborare il cambiamento del corpo. Non è una mera questione estetica, in molti casi si tratta di un’identità che vacilla. Il cambiamento può essere stato lieve o drastico, in alcuni casi persino violento. Ci sono donne che superano il trauma accettando, altre che lo fanno riappropriandosi di quello che hanno perso. A noi chirurghi plastici viene dato il privilegio di poter restituire loro un sorriso, prima di un seno nuovo».

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